Il rilevamento e la
misurazione della radioattività
-
Rapidi cenni normativi
-
Strumenti
tecnici (professionali e semi-professionali)
-
Dosimetri
-
Contatori
-
Caratteristiche dei contatore
Geiger
-
Unità di misura
B3. Caratteristiche dei
contatore Geiger
Strumenti tecnici (professionali e semi-professionali)
Esistono molti strumenti di diversa concezione e fattura che
sono in grado di rilevare e misurare la radioattività. I principi
di funzionamento riguardano essenzialmente gli effetti che la
radioattività provoca su alcune sostanze, come l'impressione di
emulsioni fotografiche, l'eccitamento di sostanze luminescenti e
la ionizzazione di gas, liquidi o cristalli al passaggio delle
radiazioni. Gli scopi principali di questi strumenti sono:
-
tenere sotto controllo la dose accumulata da ciascun individuo
-
rilevare e misurare i livelli di irradiazione o di
contaminazione radioattiva nell'ambiente, nelle cose e negli
individui
-
tenere costantemente sotto controllo i livelli di irradiazione o
di contaminazione nell'ambiente e nelle cose, con eventuale
registrazione dei dati rilevati
-
dare informazioni particolareggiate sul tipo di sorgente
radioattiva
3. Caratteristiche dei contatore
Geiger
Tra tutti gli strumenti, il più comune e il più adatto per
misurazioni "casalinghe", in grado di rilevare a basso
costo l'eventuale danno che le radiazioni ionizzanti
possono provocare sugli organismi, è senz'altro il
contatore geiger. Inoltre, poiché quello che interessa
conoscere, ai fini dei danni sugli organismi, è la
ionizzazione prodotta da una sostanza irradiata, l'unità
di misura da prendere principalmente in considerazione è
il röntgen (R), cioè l'unità di misura propria dei
contatori geiger. Per questi, e per altri motivi pratici,
tale strumento sarà scelto per le nostre misurazioni e
merita una trattazione più approfondita.
Pregi e difetti del contatore geiger
Questo strumento ha molti pregi e pochi difetti. Tra i
pregi rientra la semplicità d'uso, il basso costo
d'acquisto e di utilizzo, la rapidità delle misurazioni,
la precisione, l' ffidabilità e la durata nel tempo. Tra i
difetti vi è l'impossibilità di determinare l' energia
delle radiazioni misurate e di rilevare, generalmente, le
particelle alfa. Queste particelle, però, anche se hanno
una grande energia, sono praticamente innocue, perché non
possono penetrare oltre l'epidermide; inoltre, quando una
sorgente radioattiva emette particelle alfa (o beta),
emette anche radiazioni gamma, che rappresentano, si può
dire, la compensazione fisica dell'emissione di
particelle. Di conseguenza, le sorgenti di raggi alfa sono
rilevate indirettamente attraverso il rilevamento dei
raggi gamma. Conoscere poi l'energia delle radiazioni
rilevate non è importante per salvaguardare la nostra
salute. Non sono le radiazioni in se stesse a nuocerci, ma
la ionizzazione da loro prodotta, e questa viene rilevata
dal contatore geiger in tutta la sua consistenza.
Generalmente i contatori geiger sono meno precisi di
quelli a scintillazione per quanto riguarda il rilevamento
e la misurazione di bassi livelli di radiazione, ma se
utilizzati con accortezza e per un periodo di tempo
sufficientemente lungo possono dare risultati estremamente
precisi. Quelli a scintillazione, del resto, sono molto
delicati, sensibili alla luce e più costosi.
Le informazioni sui contatori geiger
I contatori geiger sono divenuti popolari ai tempi degli
esperimenti nucleari negli anni Cinquanta e Sessanta, ma
mai come dopo il disastro nucleare di Chernobyl, nel 1986,
questi apparecchi si sono diffusi tra la popolazione. In
Unione Sovietica vennero prodotti molti tipi tascabili,
alcuni dei quali computerizzati, e in Italia sono stati
venduti perfino in scatola di montaggio. Nonostante questa
diffusione, però, sono ancora poche le persone che
posseggono un contatore geiger e ancora meno quelle che lo
sanno usare adeguatamente. Manca infatti una letteratura
divulgativa al riguardo. La rivista mensile "Nuova
elettronica" ha sviluppato nel tempo numerosi progetti di
contatori geiger, dando non solo tutte le indicazioni per
realizzarli, e fornendo a richiesta i materiali, ma
spiegando anche i principi di funzionamento e le
istruzioni d'uso. Purtroppo però questi progetti non sono
riusciti a informare adeguatamente il pubblico, lasciando
spesso il lettore nel dubbio, nell'incertezza e nella
confusione mentale.
Come è fatto un contatore geiger
Un contatore geiger è costituito da un tubo contenente un
gas a bassa pressione (per esempio, una miscela di argon e
vapore di alcool alla pressione di 0,1 atm). Lungo l'asse
del tubo è teso un filo metallico, isolato dal tubo
stesso. Tra il filo e il tubo si stabilisce una differenza
di potenziale (di solito 1000 volt), attraverso una
resistenza dell'ordine di un miliardo di ohm. Il circuito
di lettura è costituito da un transistor amplificatore,
accoppiato, mediante una resistenza e un condensatore, con
il contatore. Tale circuito è munito di una cuffia e/o di
un numeratore (strumento di lettura analogico o digitale).
Dove si acquistano i contatori geiger
Acquistare dei contatori geiger non è difficile; basta
rivolgersi a un negozio di materiale elettronico e
ordinare lo strumento che riteniamo più adatto per i
nostri scopi (difficilmente il negoziante avrà disponibile
un contatore geiger da mostrare).
I criteri di cui bisogna tener conto nella scelta
- gamma e beta + gamma
Per prima cosa bisogna che il nostro contatore geiger
abbia la possibilità di rilevare sia le particelle beta
che i raggi gamma. Se teniamo alla nostra salute, è
necessario poter rilevare anche le particelle beta.
Generalmente un buon contatore geiger ha il tubo
rilevatore fatto di materiale attraversabile dalle
particelle beta. Tale tubo deve essere però collocato
all'interno di un involucro impermeabile a dette
particelle. In questo modo, con una finestra apribile e
chiudibile con un metallo in grado di non far passare le
particelle beta, lo strumento potrà rilevare sia tutte
le radiazioni fino al grado di penetrazione delle
particelle beta (finestra aperta), sia solo le
radiazioni con grado di penetrazione uguale o superiore
ai raggi x e gamma (finestra chiusa).
- dimensioni del tubo
geiger
Le dimensioni del tubo geiger sono molto importanti
perché più il tubo è grande, più lo strumento ha
possibilità di ricevere radiazioni ionizzanti, e con
maggiore costanza. Se le dimensioni sono più piccole di
quelle di una pila ministilo, vuol dire che il tubo è
adatto per misurare livelli molto alti di radioattività
e, quindi, non fa al nostro caso. Se le dimensioni sono
quelle di una pila stilo o superiori, merita di essere
preso in considerazione. I contatori geiger più buoni
hanno comunque la possibilità di sostituire il tubo
geiger per adattare lo strumento ai livelli di
radiazioni che si devono misurare.
- sistema di lettura
delle radiazioni
Un buon contatore geiger deve dare la possibilità di
ascoltare con un altoparlantino, o in cuffia, la
frequenza delle scariche rilevate. Gradito è però anche
un voltmetro, analogico o digitale, che esprima con un
valore numerico la dose di irradiazione nell'unità di
tempo prestabilita. Ci sono strumenti che danno una
lettura istantanea nell'arco di due secondi, ma con la
possibilità di una lettura più accurata nell'arco di 20
o di 200 secondi. Il sistema però più appropriato per
misurazioni precise è quello di poter fare contare lo
strumento per un tempo prestabilito a scelta
dell'utilizzatore. In questo modo si possono fare
misurazioni brevi di sorgenti molto radioattive, e
misurazioni lunghe di sorgenti poco radioattive. Le
misurazioni lunghe sono poi indispensabili per tenere
sotto controllo la cosiddetta "radioattività naturale",
in gran parte costituita dai raggi cosmici.
- dimensioni
dell'intero strumento
Anche le dimensioni dell'intero strumento sono molto
importanti, per la sua trasportabilità. Un contatore
sensibile, con la possibilità di sostituire i tubi
geiger, non può avere dimensioni microscopiche. È
consigliabile, quindi, l'acquisto di due strumenti: uno
piccolo, da taschino, ed economico, da portare sempre
con noi per compiere misure indicative, e uno "grande",
più costoso, per misure precise, da tenere in casa o da
portare fuori con un certo impegno.
Come si usano i
contatori Geiger
Principi generali da tenere presenti
- Le radiazioni
ionizzanti possono essere altamente pericolose se
producono elevata ionizzazione nei corpi o se la
ionizzazione, pur bassa, dura a lungo nel tempo
- Le radiazioni
ionizzanti diminuiscono considerevolmente i loro
effetti dannosi allontanando la sorgente radioattiva o
frapponendo oggetti assorbenti tra la sorgente e i
corpi irradiati
- Le radiazioni
ionizzanti non sono pericolose in se stesse, ma per la
ionizzazione che esse producono nella materia.
Importante, dunque, non è tanto conoscere l'energia di
tali radiazioni, ma piuttosto i suoi effetti, cioè
l'entità della ionizzazione da esse prodotta
- Il contatore geiger è
uno strumento in grado di rilevare e misurare molto
bene proprio la ionizzazione prodotta dalle radiazioni
Stabilire gli
impulsi di un contatore geiger in presenza delle sole
radiazioni di fondo
Tutti i contatoti geiger, anche i più semplici, sono
in grado di rilevare il passaggio di una radiazione
ionizzante per mezzo di una scarica elettrica, che può
essere amplificata e "ascoltata" in cuffia o con un
altoparlante, oppure può essere "vista" tramite
l'accensione di Led o lo spostamento di un indice. In
ogni caso, chiamiamo "impulsi" le scariche elettriche
dovute al passaggio delle radiazioni,
indipendentemente dal sistema utilizzato per
registrarle.
Poiché anche in condizioni normali sono sempre
presenti delle radiazioni (il fondo naturale di
radiazioni), il primo problema da risolvere per
utilizzare un contatore geiger consiste nello
stabilire quanti impulsi rilevati con quel contatore
(più esattamente con il tubo geiger usato dal
contatore) corrispondano al livello medio delle
radiazioni di fondo della zona dove si compiono le
misure. Per fare ciò occorre effettuare alcune
misurazioni della durata di qualche minuto (ad esempio
dieci minuti sono sufficientemente indicativi per la
maggior parte dei tubi geiger) e contare quanti
impulsi si sono avuti in quell'arco di tempo.
Dividendo il numero degli impulsi per i minuti, si
ottiene la media degli impulsi al minuto. Ripetendo
più volte (in luoghi diversi e a distanza di tempo)
misurazioni di questo tipo, si fa presto ad avere
un'idea chiara di quanti impulsi deve misurare il
nostro contatore geiger in condizioni normali di
radiazioni.
Se nella zona dove compiamo le misure non ci sono
fonti locali di radiazioni, la quasi totalità delle
radiazioni di fondo misurate saranno dovute ai raggi
cosmici. Poiché al livello del mare si ha una media di
una radiazione cosmica al minuto su una superficie di
un centimetro quadrato, gli impulsi di un tubo geiger
possono essere determinati dalle dimensioni del tubo
stesso. I raggi cosmici possono diminuire o aumentare,
entro certi limiti, a seconda delle condizioni
atmosferiche, dell'ora del giorno e della notte e di
altri fattori. Per questo motivo i valori misurati
potrebbero non essere gli stessi tra una lettura e
l'altra; ma se il tempo di misurazione è abbastanza
lungo (almeno dieci minuti), i valori saranno comunque
vicini tra loro. Attraverso misurazioni successive si
avrà modo di capire il comportamento dei raggi
cosmici, oltre quello del tubo geiger.
Come trasformare gli impulsi in mR/h
Il secondo problema da risolvere consiste nel
ricavare, dagli impulsi rilevati, il valore della dose
di esposizione in mR/h. Una volta che sono conosciuti
gli impulsi del tubo geiger per i valori di fondo, un
metodo empirico, ma efficace, per ricavare
l'esposizione in mR/h consiste nel contare gli impulsi
al minuto rilevati in una misurazione e dividerli per
60. Il valore così ottenuto va poi diviso per gli
impulsi del tubo stabiliti per i valori di fondo. Ad
esempio, se utilizzando un tubo da 8 imp/min
(nominali) si ottenesse una misurazione media di 10
impulsi al minuto, l'esposizione misurata sarebbe di
0,0208 mR/h (= 10/60/8). Questo sistema funziona solo
per valori molto bassi di esposizione, diciamo fino a
dieci volte i valori di fondo, perché per valori più
alti gli impulsi tendono a confondersi e il tubo
geiger presenta dei "tempi morti" (della durata di
qualche microsecondo) che sfuggirebbero alla nostra
lettura. Per forti dosi di esposizione, che peraltro
non presentano difficoltà di rilevamento come per le
dosi deboli, è necessario un display di lettura.
Il metodo empirico sopra descritto presuppone un
valore normale di esposizione pari a 0,0167 mR/h.
Questo valore, però, può variare da zona a zona e da
abitazione ad abitazione. Ciò dipende dalla natura
delle rocce dei luoghi e dai materiali usati nelle
costruzioni.
Stabilire dei valori assoluti non è facile e, forse,
non è possibile. Comunque non è neppure necessario.
Indipendentemente dal valore del fondo naturale,
quello che conta davvero è rilevare le variazioni
quando si avvicina il nostro contatore alle sorgenti
di radiazioni oppure notare col passare del tempo
variazioni nell'ambiente.
Come misurare
Supponiamo ora di avere un contatore geiger che dia
già valori in mR/h o di essere noi in grado, come
sopra descritto, di trasformare gli impulsi letti in
mR/h. Supponiamo anche che il valore normale di
esposizione si aggiri, nella zona dove si misura,
intorno a 0,016 mR/h.
Innanzi tutto, occorre accendere il contatore geiger e
porlo vicino all'oggetto che vogliamo misurare: un
cartone di latte, una bottiglia d'acqua, una
mattonella del pavimento, le lancette fosforescenti di
un orologio, una parte del corpo umano, ecc. A meno
che l'eventuale sorgente radioattiva non sia molto
forte, nel qual caso ce ne accorgeremmo subito,
occorre misurare per un periodo di tempo abbastanza
lungo (i soliti dieci minuti sono in genere
sufficienti), poiché l'emissione di radiazioni,
specialmente se debole, non è costante. Se ottenessimo
un valore decisamente al di sopra di quello medio
conosciuto, ad esempio se ottenessimo un valore di
0,022 mR/h avremmo la certezza di trovarci di fronte a
una piccola fonte di radiazioni ionizzanti, che
potremmo avere individuato nel cartone di latte o
nella bottiglia d'acqua minerale. La controprova delle
nostre misurazioni si può ottenere allontanando il
contatore geiger dall'oggetto misurato. In questo caso
i dati rilevati dovranno scendere a valori normali.
L'allontanamento dalla sorgente radioattiva è
determinante per la diminuzione della dose di
esposizione rilevata, perché, a meno che la sorgente
non sia molto estesa nello spazio, i valori
diminuiscono in ragione del quadrato della distanza,
come se la sorgente fosse puntiforme (è il caso, in
pratica, del cartone di latte o della bottiglia
d'acqua).
Come misurare anche le radiazioni beta
Quando si compiono misurazioni di prodotti alimentari
o di oggetti con cui abbiamo contatti fisici, occorre
misurare anche le radiazioni beta. A tal fine bisogna
aprire la finestra che copre il tubo geiger (il
contatore deve offrire questa possibilità).
Potrebbe essere utile cercare di capire in che misura
la sorgente radioattiva emetta radiazioni beta e
radiazioni gamma. In tal caso è sufficiente compiere
due diverse misurazioni: una con la finestra del
rivelatore aperta (radiazioni beta e gamma) e una con
la finestra del rivelatore chiusa (solo radiazioni
gamma).
Naturalmente, per fare misure attendibili occorre un
po' di esperienza.
Si tenga presente che se i valori misurati sono il
doppio di quelli normali, e possiamo essere esposti
per lungo tempo alle radiazioni, dobbiamo cominciare a
prestare attenzione alla sorgente radioattiva.
[2]
per rapide
informazioni scientifiche sulla radioattività

Le applicazioni della radioattività e delle
radiazioni ionizzanti
l' uomo, le
radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche, le
radiazioni ionizzanti
|