Il decreto-legge n.
314/03 e la legge di conversione del decreto n.368/03
Il decreto legge n.314 del 14 novembre
2003 (decreto "Scanzano") stabilisce che:
- Tutti i rifiuti e i materiali nucleari
esistenti in Italia vengano sistemati in un deposito nazionale da
realizzare nel comune di Scanzano Jonico
- Il deposito nazionale è opera di
difesa militare
- Il Commissario (generale Carlo Jean)
in deroga alla normativa vigente, provveda:
- Alla validazione del sito
- Alla realizzazione sul sito di
Scanzano Jonico di strutture temporanee per raccogliere i
rifiuti sparsi sul territorio nazionale
- Alla approvazione del piano
economico e finanziario dell’opera
- Ad affidare l’incarico di
progettazione del deposito nazionale
- Ad eseguire gli espropri
necessari
- Ad approvare i progetti
- Ad assegnare i lavori di
costruzione
- La Sogin (il cui presidente è
il generale Carlo Jean):
- Realizzi il deposito
nazionale entro il 31 dicembre 2008 2) Promuova una
campagna di informazione
- Finanzi l’intera
operazione attraverso le tariffe di conferimento dei
rifiuti radioattivi
Dopo la mobilitazione
delle popolazioni lucane e di quasi la totalità delle regioni
italiane contro l’imposizione del sito di Scanzano Jonico,
viene approvata la legge n.368 del 24 dicembre 2003 di
conversione del decreto 314/03 con le seguenti modifiche:
- I rifiuti nucleari di I e II
categoria saranno messi in sicurezza secondo quanto verrà
stabilito da un apposito decreto del Presidente del
Consiglio
- I rifiuti nucleari di III
categoria e il combustibile irraggiato vengono sistemati in
un deposito nazionale
- Il deposito nazionale è
opera di difesa militare
- Il sito del deposito
nazionale viene individuato entro un anno dalla data di
conversione in legge del decreto, in relazione alle
caratteristiche geomorfologiche del terreno
- Viene istituita una
Commissione di valutazione ed alta vigilanza tecnico
scientifica composta da diciannove membri nominati da:
- Presidente del Consiglio
(3)
- Ministro dell’ambiente
(2)
- Ministro dell’industria
(2)
- Ministro econ. e finanze
(1)
- Ministro della difesa
(1)
- Ministro dell’interno
(1)
- Ministro della salute
(1)
- Ministro dell’istruzione
(1)
- Conferenza Stato-Regioni
(4)
- ENEA (1)
- CNR (1)
- dall’APAT (1)
- Il Commissario (ancora
Carlo Jean ?) in deroga alla normativa vigente provvede:
- All’individuazione
del sito su parere della Commissione di valutazione
ed alta vigilanza e con l’intesa della Conferenza
Stato-Regioni
- Ad affidare
l’incarico di progettazione del deposito nazionale
- Ad eseguire gli
espropri necessari
- Ad approvare i
progetti
- Ad assegnare i
lavori di costruzione
- A promuovere una
campagna nazionale di informazione
- La Sogin (il cui
presidente è il generale Carlo Jean):
- Realizza il
deposito nazionale entro il 31 dicembre 2008
- Finanzia
l’intera operazione attraverso le tariffe di
conferimento dei rifiuti radioattivi
- Realizzerà la
messa in sicurezza dei rifiuti di I e II
categoria
- Il Consiglio dei
ministri:
- Delibera
l’individuazione definitiva del sito nel
caso non sia raggiunta una intesa tra il
Commissario (generale Carlo Jean ?) e la
Conferenza Stato-Regioni
- Delibera la
validazione del sito entro un anno dalla
data della sua individuazione, sentito il
parere dell’APAT, dell’ENEA e del CNR.
- Vengono
stabilite misure di compensazione economica
per i comuni e le provincie che ospitano
centrali nucleari e impianti del ciclo del
combustibile nucleare per un ammontare annuo
calcolato moltiplicando il consumo totale di
energia elettrica annuo per 0,015 centesimi di
euro (Ai consumi attuali si tratta di una
cifra intorno ai 42 milioni di euro, circa 83
miliardi delle vecchie lire). Quando entrerà
in funzione il deposito nazionale, questo
contributo verrà destinato per il 20% al
comune interessato; 30% ai comuni confinanti;
25% alla provincia interessata; 25% alla
regione
Come si vede il nome di Scanzano Jonico è
scomparso nella legge di conversione 368/03,
che però conferma il carattere emergenziale
con tutti gli aspetti strani che abbiamo
esaminato.
Inoltre, a continuazione della vecchia
politica adottata all’epoca della
localizzazione degli impianti nucleari (che
permise l'accordo con gli amministratori
locali dei comuni di Trino Vercellese, Latina,
Caorso e Montalto di Castro) si cerca di
“comprare” l’opposizione delle popolazioni con
la monetizzazione del rischio (le cosiddette
misure di compensazione economica).
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La legge di
conversione 368/03 è figlia della politica
dell’emergenza. La
situazione internazionale fa da sfondo a
questa decisione del governo. Dopo gli
attentati dell’11 settembre negli USA, il
Generale Carlo Jean viene nominato presidente
della Sogin in sostituzione del Professor
Maurizio Cumo: un militare al posto di un
tecnico!
L’obiettivo è fare presto e decidere,
sostenuta in questo caso dall’uso
spregiudicato della minaccia terroristica che
zittisce anche l’opposizione e (per quel che è
dato vedere finora) anche la una parte della
comunità scientifica. Infatti, lo stato di
emergenza “nucleare” e la nomina del
Commissario straordinario vengono decisi
proprio in base alla situazione di grave crisi
internazionale e in difesa della sicurezza
dello stato. E’ un fatto senza precedenti
nella storia della Repubblica perché per la
prima volta un atto amministrativo del governo
(lo stato di emergenza per lo smaltimento dei
rifiuti radioattivi che interessa cinque
regioni) si trasforma in una scelta
politico militare per l’intero paese, con
conseguenze importanti sul piano del rispetto
delle leggi e normative internazionali così
come abbiamo esaminato in precedenza.
Dunque un indirizzo preciso che segna una
svolta nel rapporto tra cittadini e
istituzioni e tra differenti funzioni dello
Stato: da “civile amministratore della cosa
pubblica” a “comandante supremo” che esercita
prioritariamente il suo potere militare.
La svolta è evidente persino nel testo della
legge di conversione n.368/03 che all’Art.1,
comma 1, definisce il deposito nazionale
“opera di difesa militare” mentre al comma 2
lo dichiara “opera di pubblica utilità”! Non è
questione di sottolineare soltanto conflitti
di interesse e sovrapposizioni di competenze
(che pure ci sono), ma di rilevare quanto il
governo in carica diffidi dei consueti
processi decisionali (teoricamente fondati sul
consenso dei cittadini) e pertanto ponga la
questione sotto il controllo militare
(generale Carlo Jean), avocando all’esecutivo
(consiglio dei ministri) la decisione finale,
qualunque siano i pareri espressi dagli enti
locali e dalla Commissione di esperti.
Di nuovo occorre rilevare la particolarità
tutta italiana rispetto ad altri paesi dove
progetti di questo tipo non sono stati
dichiarati “opera di difesa militare”, nemmeno
negli USA dove certamente sono previste
attività di sorveglianza e controlli da parte
delle forze armate (ad esempio il controllo
dello spazio aereo sovrastante la zona del
deposito), ma sempre la gestione e la
responsabilità dell’opera restano sotto
l’amministrazione civile dello stato. Una
servitù militare porta con sè limitazioni di
ogni tipo: dall’uso del territorio, alla
mobilità delle persone, alla presenza
ingombrante di apparati di controllo. In altre
parole a quella militarizzazione del
territorio che è sempre stato uno degli
aspetti denunciati a suo tempo da chi, si
opponeva al nucleare non solo per motivi
ecologici o di pericolosità. Oggi questa
minaccia si è fatta legge dello Stato, e se
essa riguarda da vicino le popolazioni che
saranno coinvolte nella scelta del sito per il
deposito nazionale dei rifiuti radioattivi,
ciò non toglie che tutti ne subiremo le
conseguenze, per il semplice fatto di
soggiacere alle limitazioni imposte per legge
con il ricatto del terrorismo e con logiche di
“guerra”. Da questo punto di vista il governo
Berlusconi si è rivelato di un tempismo
eccezionale: decretando lo stato di emergenza
nucleare e la nomina del Commissario
straordinario proprio nel momento in cui
veniva decisa la guerra contro l’Irak
(febbraio-marzo 2003) e successivamente col
decreto 314/03 di far passare in silenzio la
scelta di Scanzano proprio mentre tutti gli
italiani piangevano i nostri carabinieri
vittime dell'attentato di Nassiriya.
Ma se fosse veramente il terrorismo a
minacciare i rifiuti nucleari italiani, chi e
che cosa ci proteggerebbe da attentati da qui
al 2010 (?), anno in cui forse sarà ultimato
il deposito, considerato che nel frattempo
i rifiuti seguiteranno a stare dove si trovano
adesso?
Ne è sufficiente il richiamo a recuperare il
tempo perduto con decisioni frettolose, perché
se c’è una materia dove il “presto” è nemico
del “bene”, è proprio quella nucleare: lo
sostengono le normative internazionali, lo
dimostrano gli studi decennali fatti da altri
paesi.
Evidentemente forse ci sono ulteriori
motivazioni alla base di questa legge che
devono ricercarsi negli scenari energetici che
si prospettano in Europa e nel mondo.
fonte: A.S.R.
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