Zona NucleareIl sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari ,
la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi,
le situazioni ambigue di una vicenda attorno cui girano Miliardi di Euro

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Il sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari , la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi  italiano

    The only national site for collection of nuclear wastes in Italy, Sogin, Personages, Rules, radioactive wastes business  english
    Le seul site national pour la récolte des déchets nucléaires en Italie, le Sogin, les Personnages, les Règles, le business des déchets radioactifs  francais
    イタリアにおける国の統合核廃棄物処分場、la Sogin(核施設管理株式会社)、重要人物、法規、放射性廃棄物ビジネス  japanese
    El único “sitio nacional” por la recolección de la basura nuclear en Italia, la SOGIN, los personajes, las normas, el negocio de los desechos radiactivos  espanol
    Einziges Atommüll-Endlager in Italien, die SOGIN, die Mitwirkenden, die Normen, der Business des radioaktiven Abfalls  deutsch

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1. I.A.E.A. report of nuclear power development in Italy
2. What is SOGIN - Nuclear Plant Management?
3. What is ANPA (now called APAT)?
4. Decommissioning in Italy - National fact sheet
5. Status of decommissioning activities of Italian Nuclear Power Plants
6. More info about Scanzano Jonico (or Ionico) and nuclear waste repository
7. Italy to send nuclear waste abroad for disposal and UK to keep foreign nuclear waste


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La Task Force ENEA per il Sito Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi

 

1 - Il quadro di riferimento nazionale

Il problema della sistemazione dei rifiuti radioattivi presenti sul territorio nazionale era stato ridiscusso a partire dal 1996 nell'ambito della Sezione Nucleare della Commissione Grandi Rischi, istituita presso il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio.
Per la valutazione di un programma di azioni iniziali la Commissione ha istituito un apposito Gruppo di Lavoro sulla Destinazione dei Rifiuti Radioattivi (GdL), nel quale erano stati nominati rappresentanti di vari enti ed operatori nazionali interessati al problema (tra cui l'ENEA), e due esperti dell'ANPA in qualità di osservatori.
Il Gruppo di Lavoro era presieduto al momento della sua costituzione dal Prof. Ippolito, nella sua veste di Presidente della Sezione Nucleare della Commissione Grandi Rischi. Successivamente il Gruppo di Lavoro è stato presieduto dal Prof. Bernardini.

Nello stesso 1996 l'ENEA, per dare seguito alle indicazioni della Commissione Grandi Rischi, ha costituito una Task Force per il Sito Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi (Task Force SITO), incaricata di intraprendere le azioni di natura progettuale e sitologica dirette alla individuazione e qualificazione di un sito idoneo ad ospitare il deposito, incluso quello per l'immagazzinamento temporaneo di lungo periodo dei rifiuti ad alta attività, ed alla progettazione del sistema.

Obiettivo a medio termine della Task Force è la preparazione del Rapporto Preliminare di Sicurezza del Deposito.
Nel Febbraio 1997, era stato discusso nell'ambito del GdL il programma iniziale di azioni della Task Force dell'ENEA, ed era stato dato mandato alla stessa di preparare, entro la fine del 1997, uno studio di fattibilità diretto a verificare, con riferimento a due siti del demanio militare scelti tra quelli investigati dall'ENEA nel 1988-89, i criteri di valutazione e la metodologia applicabile per la progettazione di un deposito definitivo dei rifiuti a bassa attività. Lo studio di fattibilità è stato portato a termine nei tempi previsti, ed i risultati presentati in una riunione del GdL presso la Protezione Civile nel Marzo 1998.

A conclusione delle sua attività, il GdL presso la Protezione Civile, in una riunione presieduta dal Sottosegretario Prof. Barberi tenutasi il 22 Febbraio 1999, ha adottato una risoluzione nella quale vengono stabiliti alcuni principi conclusivi sulla natura e sulla tipologia del deposito da realizzare in Italia per i rifiuti radioattivi e vengono riconosciuti adeguati e fatti propri i criteri adottati dalla Task Force per la individuazione delle aree e dei siti potenzialmente idonei per la sua localizzazione.

Contestualmente alle iniziative sopra indicate, il Ministro dell'Industria ha avviato nel corso del 1998 un processo consultivo nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni diretto ad individuare un percorso ed una procedura che consentano di pervenire alla scelta del sito di localizzazione del deposito con il necessario livello di consenso da parte di Amministrazioni Locali e pubblica opinione. Nel Luglio del 1998 si è riunito presso il MICA, alla presenza del Ministro Bersani, un cosiddetto tavolo nazionale per la discussione delle problematiche relative alla istituzione del Deposito Nazionale.

A seguito delle iniziative del MICA, è stato costituito nel Gennaio 2000 un Gruppo di Lavoro nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per la definizione delle procedure e delle metodologie che dovrebbero essere attivate in Italia per arrivare alla selezione del sito. Si stabilì inoltre che il GdL avrebbe presentare le sue proposte alla Conferenza entro il Marzo 2001. La Task Force ha presentato al GdL, in una audizione speciale, le proprie valutazioni e lo stato delle attività svolte.

Le attività della Task Force SITO sono state presentate alla Commissione Parlamentare sul Ciclo dei Rifiuti in occasione di due audizioni, nel Marzo 1999 e nel Novembre 2000.




2 - Attività

Dunque nel 1996 sono state avviate in Italia le attività dirette alla sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi, con la costituzione da parte dell’ENEA di una Task Force (Task Force per il Sito Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi) incaricata di intraprendere le azioni dirette alla progettazione dei sistemi di deposito adeguati alla situazione italiana ed alla individuazione e messa a punto di una metodologia per la selezione e qualificazione di un sito idoneo alla loro localizzazione.

La Task Force SITO ha avviato a partire dal 1997 le seguenti azioni, che sono propedeutiche alla vera e propria progettazione dei sistemi di deposito ed alla selezione del sito:

  1. Azioni dirette alla caratterizzazione dell’inventario nazionale dei rifiuti radioattivi.
    Queste attività sono fondamentali al fine di pervenire ad una corretta identificazione de
    lle dimensioni quantitative e qualitative dell'inventario nazionale.
    I dati di inventario sono fondamentali per due aspetti:
    - per la determinazione della capacità recettiva delle strutture del deposito;
    - per la definizione dei criteri di accettabilità e della capacità radiologica del sito.
     
  2. Azioni dirette alla caratterizzazione delle barriere artificiali di confinamento dei rifiuti radioattivi.
    Queste azioni hanno particolare rilevanza in quanto l’analisi di sicurezza del sistema che costituisce il deposito si basa in gran parte sulla valutazione dell’affidabilità delle barriere artificiali messe in opera per l'isolamento dalla biosfera.
    Le barriere costituite dalle celle e altre strutture del deposito (in particolare il backfilling) sono i componenti che il progettista del deposito deve definire e di cui deve verificare la affidabilità per il contenimento e per la difesa dell'ambiente.
    Nel caso di un deposito definitivo di rifiuti a vita breve il periodo durante il quale deve essere garantito l'isolamento dalla biosfera dei rifiuti radioattivi è dell'ordine di qualche secolo. Nella maggior parte dei paesi che hanno già realizzato un deposito di questo tipo, il periodo assunto è di trecento anni (corrispondenti a dieci volte il tempo di decadimento degli isotopi a vita più lunga).
    L’affidabilità della barriera come contenimento dipende dal mantenimento nel tempo di due funzioni complementari e distinte:
    - la funzione di barriera meccanica;
    - la funzione di barriera chimica.
    Lo studio dell’evoluzione nel tempo di queste proprietà costituisce l’aspetto più rilevante delle attività di caratterizzazione e qualificazione delle barriere di un deposito di rifiuti radioattivi
     
  3. Progettazione concettuale dell’intero sistema di deposito, con inclusione del sistema di immagazzinamento dei combustibili irraggiati e dei rifiuti condizionati di III Categoria.
    Obiettivo di questa azione è pervenire alla definizione, a livello di progettazione concettuale, dell’intero sistema costituente il Deposito Nazionale, incluso l’impianto di immagazzinamento dei combustibili irraggiati e dei rifiuti di III Categoria. Questa definizione è diretta anche alla verifica dell’impegno richiesto in termini di superficie e quindi di sistemazione urbanistica del sito.
     
  4. Azioni dirette alla individuazione di una metodologia per lo svolgimento di indagini di tipo geografico dirette alla individuazione e valutazione preliminare di siti o aree geografiche.
    La Task Force ha avviato una vasta indagine geografica estesa a tutto il territorio nazionale, diretta a individuare aree potenzialmente idonee per la localizzazione di un deposito superficiale per rifiuti a bassa attività. Questa attività è soprattutto basata sulla realizzazione di un GIS (Sistema Informativo Geografico) che permette l'analisi dei fattori e dei requisiti territoriali (superficie topografica, idrogeologia, vie di comunicazione, reticolo idrografico, distribuzione della popolazione, attività socioeconomiche, idrogeologia regionale, uso del suolo, sismicità, climatologia).
    Il GIS ha prodotto una Carta Nazionale delle Aree Idonee la quale, impiantata su supporto informatico, permette un elevato grado di elaborazione ed anche un rapido ed agevole aggiustamento in caso di modifica dei parametri di selezione.
    Per la realizzazione del GIS, che costituisce un obiettivo di grande rilevanza e mai usato in Italia per la ricerca di siti, sono state attivate collaborazioni con qualificate strutture nazionali pubbliche e private tra cui il Servizio Sismico Nazionale e il Servizio Geologico Nazionale.
     
  5. Azioni dirette all’acquisizione e sviluppo di una metodologia qualificata per le analisi di sicurezza e di impatto ambientale (performance assessment) del sistema di deposito.
    Le valutazioni di idoneità dell’insieme sito-deposito vengono svolte mediante l’applicazione di codici e modelli che permettono di calcolare, sulla base di dati di input di tipo idrogeologico geochimico ed ingegneristico, l’eventuale migrazione di radionuclidi dal deposito alla biosfera e di determinare se l’impatto ambientale, per una determinata configurazione di deposito, soddisfa i criteri di sicurezza stabiliti dagli organismi di radioprotezione internazionali (performance assessment di un deposito).
     
  6. Attività informative
    Queste azioni sono dirette alla predisposizione di documenti informativi per la diffusione delle informazioni sui rifiuti radioattivi e sul deposito definitivo.



3 - Risultati del lavoro della Task Force

La Task Force così strutturata ha lavorato fino al novembre 2001 e risultati principali furono:

  1. In base alla quantità (non certo grande) e alla tipologia di rifiuti radioattivi (in massima parte di prima e seconda categoria) che l' Italia possiede, fu prescelto quale soluzione più logica e idonea per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi di I e II cat. la costruzione di un sito superficiale
     
  2. I rifiuti di III Categoria italiani (includendo in essi anche gli eventuali combustibili nucleari irraggiati non inviati all'estero per il ritrattamento) sono in quantitativi modesti, tali da non giustificare la costruzione di un deposito in formazione geologica profonda. Per essi viene previsto un immagazzinamento anche di lungo periodo (30-50 anni) in strutture ingegneristiche adeguate. Queste strutture possono essere localizzate nello stesso sito di deposito definitivo dei rifiuti a bassa attività. Il deposito definitivo è costituito da un sistema di strutture ingegneristiche che assicurano un confinamento completo della radioattività.
     
  3. Selezione "per criteri di esclusione" dei siti idonei ad ospitare depositi di superficie (la lista comprendeva 214 siti idonei, da cui fu dedotta una lista ristretta non pubblicata. E' comunque da tener presente che la località precisa per il sito subsuperficiale non fu mai individuato). La Task Force Enea effettuò una vasta indagine geografica estesa a tutto il territorio nazionale, diretta a individuare aree potenzialmente idonee per la localizzazione di un deposito superficiale per rifiuti a bassa attività. Questa attività è stata soprattutto basata sulla realizzazione di un GIS (Sistema Informativo Geografico) che permette l'analisi dei fattori e dei requisiti territoriali (superficie topografica, idrogeologia, vie di comunicazione, reticolo idrografico, distribuzione della popolazione, attività socioeconomiche, idrogeologia regionale, uso del suolo, sismicità, climatologia).


per capire meglio cosa sono i "rifiuti radioattivi" e la loro classificazione in categorie


per capire meglio la distinzione la distinzione tra depositi superficiali, depositi in cavità sotterranee, deposito in miniera, depositi in formazioni geologiche profonde

Il GIS (Sistema Informativo Geografico) realizzato dalla Task Force Enea per l' indagine geografica estesa a tutto il territorio nazionale, diretta a individuare aree potenzialmente idonee per la localizzazione di un deposito superficiale per rifiuti a bassa attività

viceversa per informazioni sul GIS (Sistema Informativo Geografico) realizzato dal Grande Servizio Paese 3- SITO (Attività al Gennaio 2003)
 

4 - Documentazione elaborata dalla Task Force

  1. DEPOSITO NAZIONALE PER RIFIUTI RADIOATTIVI - Situazione e stato delle azioni al Dicembre 2000. Task Force SITO, Febbraio 2001.
     
  2. INVENTARIO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI - 2000. 3a Edizione, Febbraio 2001.
     
  3. Inventario Nazionale dei Rifiuti Radioattivi: Data Base di gestione avanzata dei rifiuti di II Categoria secondo la G.T.26, Febbraio 2001.
     
  4. STUDIO PROGETTUALE PER L'INDIVIDUAZIONE DEL CRITERIO DI DEPOSITO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITÀ - Collaborazione TF SITO-ISMES, Febbraio 2001.
     
  5. MATERIALI E STRUTTURE PER LE BARRIERE DI CONFINAMENTO DEL DEPOSITO DEFINITIVO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITA'. Collaborazione TF SITO-POLITECNICO DI MILANO-ENEL.HYDRO-ENCO, Febbraio 2001.
     
  6. CARATTERIZZAZIONE RADIOLOGICA MEDIANTE SPETTROMETRIA GAMMA "IN SITU" DEGLI IMPIANTI E LABORATORI ENEA - RAPPORTO FINALE . Dicembre 2000
     
  7. RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITA': ANALISI DI SICUREZZA DI SITI IDONEI AL LORO SMALTIMENTO IN UN DEPOSITO SUPERFICIALE. P. Risoluti, G. Ventura, P. Ciabatti, G. Mingrone. RS RIFIUTI SOLIDI, Volume XIV N.6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2000.
     
  8. Sistema Informativo Geografico per l'individuazione di aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi a Bassa Attività - Attività al Novembre 2000.
     
  9. ATTI DEL CONVEGNO su: "LA SISTEMAZIONE DEFINITIVA DEI RIFIUTI RADIOATTIVI - BARRIERE ARTIFICIALI E INGEGNERIA DEL SISTEMA IN UN DEPOSITO DEFINITIVO PER RIFIUTI A BASSA ATTIVITA", Milano 11 Ottobre 2000.
     
  10. "LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI - Policies e pratiche di gestione internazionali" - Task Force SITO, Giugno 2000.
     
  11. "MATERIAL FOR THE ENGINEERED BARRIER SYSTEM UNDER DEVELOPMENT FOR THE LLW REPOSITORY IN ITALY", P. Risoluti, L. Coppola, M. Collepardi - "24th International Symposium on the scientific basis for nuclear waste management" Sydney 27-31 Agosto 2000.
     
  12. CENTRO DI DEPOSITO DEFINITIVO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITA' - PROGETTO CONCETTUALE E DI SISTEMA, Novembre 2000.
     
  13. Progetto Concettuale del sistema nazionale di immagazzinamento dei rifiuti radioattivi ad alta attività, Giugno 2000.
     
  14. "The site selection process under way in Italy for the LLW repository and the HLW storage system". P. Risoluti (ENEA), P. Ciabatti e A. Podda (Hydrocontrol), Conferenza Internazionale sui Rifiuti Radioattivi, Nagoya, 27-30 Sett. 1999
     
  15. IMPIANTO PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITÀ - FATTIBILITÀ STRUTTURALE E VALUTAZIONE DI RESISTENZA A CARICO INTRUSIVO DI UNA UNITÀ INTERRATA. Collaborazione TF SITO-Politecnico di Milano, Dicembre 1998.
     
  16. CONGLOMERATI CEMENTIZI DA IMPIEGARE PER LE BARRIERE INGEGNERISTICHE DI UN IMPIANTO DI SUPERFICIE PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI RADIOATTIVI DI BASSA E MEDIA ATTIVITA'. Collaborazione TF SITO-ENCO, 1998.





5 - Struttura organizzativa e successive modifiche

L'iniziale struttura organizzativa era così composta:

Direzione Task Force
Responsabile: Dott. Piero Risoluti

Ingegneria del sito
Responsabile: Ing. Massimo Rossi

Materiali radioattivi e analisi di sicurezza
Responsabile ad interim: Dott. Piero Risoluti

Geografia del sito
Responsabile: Dott. Giancarlo Ventura

[1]


Nel 2002 la TaskForce ENEA fu denominata "Grande Servizio Paese 3 - Sito" (GSP3 - SITO) e la direzione fu affidata a Gianpiero Santarossa. Da allora le attività pratiche si sono ridotte, lavorando più sugli aspetti normativi. Gianpiero Santarossa è stato direttore fino a circa giugno 2003 (è andato in pensione) ed è stato sostituito dal Direttore Generale ad interim. Da allora in pratica le attività si sono fermate.
Nello stesso 2003 tutta la materia "nucleare" è stata sfilata dall' ENEA e dall' ENEL e affidata alla SOGIN di Carlo Jean, che nelle successive decisioni adottate non ha per nulla tenuto conto delle conclusioni della Task Force ENEA.   [2]


  la SOGIN - il nucleare in Italia oggi










fonte:

E.N.E.A. - sito web attualmente non più online della TaskForce http://www.casaccia.enea.it/taskforce  [1]

SO.G.I.N.  [2]
 

 



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  SCIENZA
1. Cosa è la radioattività? e i suoi effetti?
2. L' uomo, le radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche, le radiazioni ionizzanti
3. Le applicazioni della radioattività e delle radiazioni ionizzanti
4. Cosa sono le scorie nucleari?
5. Cosa sono i rifiuti radioattivi? (definizione, classificazione, origine)
6. La gestione dei rifiuti radioattivi

7. Documentazione scientifica in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Come si effettua rilevamento e la misurazione della radioattività? (cenni normativi, strumenti, unità di misura)
 

 
 
NORME
1. La scelta del sito per il deposito di rifiuti nucleari: dall' Enea alla Sogin
2. Scorie nucleari. Il Commissario e la Commissione
3. Il decreto-legge n. 314/03 e la legge di conversione n.368/03
4.
Accordi, norme e raccomandazioni internazionali che non sono state rispettate nella legge 368/03
5.
Risoluzione del Comitato delle Regioni (organo UE) n. 251 del 1998
6. Il Progetto europeo COMPAS
7. Riferimenti normativi in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi

9. Le Direttive Europee che disciplinano l’ accesso del pubblico all’ informazione ambientale
10. Il diritto alle informazioni e ai processi decisionali e le sue basi normative
 
 
QUESTIONE
        SCORIE ITALIA
1. La commissione parlamentare d' inchiesta Scalia
2. La Task Force Enea
3. L' Inventario   Nazionale dei Rifiuti Radioattivi - ENEA 2000
4. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) della Task Force Enea
5. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) del GSP3 - SITO
6. Carlo Jean, un Generale molto militare, poco nucleare...
7. I mille incarichi del prof. Paolo Togni - vice della Sogin e tanto altro...
8. La Sogin Spa e il nucleare in Italia
9. Le attività della Sogin
10. Il parere che Carlo Rubbia ha esposto in Parlamento
11.
Il parere degli esperti: J.K. Mitchell, B. De Vivo, P.Risoluti, T. Regge
12. Quali fattori per la scelta: scientifici? ...o forse politici?
13. Il referendum sul nucleare del 1987
14. Mappa degli attuali depositi di materiale radioattivo in Italia
15.
La situazione in Italia dei rifiuti radioattivi
16. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - relazione integrale
17. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - appendice finale
18. Workshop internazionale sul decommissioning degli impianti nucleari - Roma 2004
 
 
DOSSIER ITALIA
1. L' ecomafia dei rifiuti in Italia
2. Il traffico di materiale ferroso contaminato alle fonderie
3. Navi affondate e sospetti: i traffici di rifiuti pericolosi e radioattivi
4. La legge-delega sull'ambiente: effetti, personaggi, valutazioni
5. Il Ministro dell’Ambiente Matteoli: paralisi o no?

6. La costruzione del "sito unico": l'Impregilo e la B.N.L. in prima linea?
7. A Taranto una base USA per i sottomarini nucleari?
8. Il rischio attentati terroristici legati ai depositi di scorie radioattive
 
 
DOSSIER MONDO
1. La situazione in Europa dei rifiuti radioattivi
2. I depositi per lo smaltimento dei rifiuti nucleari nel mondo
3.
Il problema delle scorie radioattive in USA

4. Il problema delle scorie radioattive in Russia
5. L'impianto di Sellafield in Gran Bretagna per il trattamento di rifiuti nucleari
6.
Lo smantellamento degli arsenali nucleari, l' uranio altamente arricchito (HEU), il plutonio e il mox
7. Il costo per la conservazione e lo smaltimento definitivo del materiale radioattivo
 
 
PROGETTI
        SPERIMENTALI
        E ALTERNATIVI
1. Lo smaltimento sotto i fondali marini
2.
La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili e il "motore" di Rubbia

3. Il Sole come discarica per le scorie nucleari
4. L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
5. Il batterio che ripulisce dalla radioattività
 

 


 

   

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