La Task Force ENEA per il
Sito Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi
1 - Il quadro di riferimento
nazionale
Il problema della sistemazione dei
rifiuti radioattivi presenti sul territorio nazionale era stato ridiscusso a
partire dal 1996 nell'ambito della Sezione Nucleare della Commissione
Grandi Rischi, istituita presso il Dipartimento della Protezione Civile
della Presidenza del Consiglio.
Per la valutazione di un programma di azioni iniziali la Commissione ha
istituito un apposito Gruppo di Lavoro sulla Destinazione dei Rifiuti
Radioattivi (GdL), nel quale erano stati nominati rappresentanti di vari
enti ed operatori nazionali interessati al problema (tra cui l'ENEA), e due
esperti dell'ANPA in qualità di osservatori.
Il Gruppo di Lavoro era presieduto al momento della sua costituzione dal
Prof. Ippolito, nella sua veste di Presidente della Sezione Nucleare della
Commissione Grandi Rischi. Successivamente il Gruppo di Lavoro è stato
presieduto dal Prof. Bernardini.
Nello stesso 1996 l'ENEA, per dare seguito alle indicazioni della
Commissione Grandi Rischi, ha costituito una Task Force per il Sito
Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi (Task Force SITO),
incaricata di intraprendere le azioni di natura progettuale e sitologica
dirette alla individuazione e qualificazione di un sito idoneo ad ospitare
il deposito, incluso quello per l'immagazzinamento temporaneo di lungo
periodo dei rifiuti ad alta attività, ed alla progettazione del sistema.
Obiettivo a medio termine della Task Force è la preparazione del Rapporto
Preliminare di Sicurezza del Deposito.
Nel Febbraio 1997, era stato discusso nell'ambito del GdL il programma
iniziale di azioni della Task Force dell'ENEA, ed era stato dato mandato
alla stessa di preparare, entro la fine del 1997, uno studio di fattibilità
diretto a verificare, con riferimento a due siti del demanio militare scelti
tra quelli investigati dall'ENEA nel 1988-89, i criteri di valutazione e la
metodologia applicabile per la progettazione di un deposito definitivo dei
rifiuti a bassa attività. Lo studio di fattibilità è stato portato a termine
nei tempi previsti, ed i risultati presentati in una riunione del GdL presso
la Protezione Civile nel Marzo 1998.
A conclusione delle sua attività, il GdL presso la Protezione Civile, in una
riunione presieduta dal Sottosegretario Prof. Barberi tenutasi il 22
Febbraio 1999, ha adottato una risoluzione nella quale vengono stabiliti
alcuni principi conclusivi sulla natura e sulla tipologia del deposito da
realizzare in Italia per i rifiuti radioattivi e vengono riconosciuti
adeguati e fatti propri i criteri adottati dalla Task Force per la
individuazione delle aree e dei siti potenzialmente idonei per la sua
localizzazione.
Contestualmente alle iniziative sopra indicate, il Ministro dell'Industria
ha avviato nel corso del 1998 un processo consultivo nell'ambito della
Conferenza Stato-Regioni diretto ad individuare un percorso ed una procedura
che consentano di pervenire alla scelta del sito di localizzazione del
deposito con il necessario livello di consenso da parte di Amministrazioni
Locali e pubblica opinione. Nel Luglio del 1998 si è riunito presso il MICA,
alla presenza del Ministro Bersani, un cosiddetto tavolo nazionale per la
discussione delle problematiche relative alla istituzione del Deposito
Nazionale.
A seguito delle iniziative del MICA, è stato costituito nel Gennaio 2000 un
Gruppo di Lavoro nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per la
definizione delle procedure e delle metodologie che dovrebbero essere
attivate in Italia per arrivare alla selezione del sito. Si stabilì
inoltre che il GdL avrebbe presentare le sue proposte alla Conferenza entro
il Marzo 2001. La Task Force ha presentato al GdL, in una audizione
speciale, le proprie valutazioni e lo stato delle attività svolte.
Le attività della Task Force SITO sono state presentate alla Commissione
Parlamentare sul Ciclo dei Rifiuti in occasione di due audizioni, nel Marzo
1999 e nel Novembre 2000.
2 - Attività
Dunque nel 1996 sono state avviate in Italia le
attività dirette alla sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi, con la
costituzione da parte dell’ENEA di una Task Force (Task Force per il Sito
Nazionale di Deposito dei Materiali Radioattivi) incaricata di intraprendere le
azioni dirette alla
progettazione dei sistemi di deposito adeguati alla situazione italiana ed alla
individuazione e messa a punto di una metodologia per la selezione e
qualificazione di un sito idoneo alla loro localizzazione.
La Task Force SITO ha avviato a partire dal 1997 le seguenti azioni, che sono
propedeutiche alla vera e propria progettazione dei sistemi di deposito ed alla
selezione del sito:
- Azioni
dirette alla caratterizzazione dell’inventario nazionale dei rifiuti
radioattivi.
Queste attività sono fondamentali al fine di pervenire ad una corretta
identificazione delle
dimensioni quantitative e qualitative dell'inventario nazionale.
I dati di inventario sono fondamentali per due aspetti:
- per la determinazione della capacità recettiva delle strutture del
deposito;
- per la definizione dei criteri di accettabilità e della capacità
radiologica del sito.
- Azioni dirette alla
caratterizzazione delle barriere artificiali di confinamento dei
rifiuti radioattivi.
Queste azioni hanno particolare rilevanza in quanto l’analisi di
sicurezza del sistema che costituisce il deposito si basa in gran
parte sulla valutazione dell’affidabilità delle barriere artificiali
messe in opera per l'isolamento dalla biosfera.
Le barriere costituite dalle celle e altre strutture del deposito (in
particolare il backfilling) sono i componenti che il progettista del
deposito deve definire e di cui deve verificare la affidabilità per il
contenimento e per la difesa dell'ambiente.
Nel caso di un deposito definitivo di rifiuti a vita breve il periodo
durante il quale deve essere garantito l'isolamento dalla biosfera dei
rifiuti radioattivi è dell'ordine di qualche secolo. Nella maggior
parte dei paesi che hanno già realizzato un deposito di questo tipo,
il periodo assunto è di trecento anni (corrispondenti a dieci volte il
tempo di decadimento degli isotopi a vita più lunga).
L’affidabilità della barriera come contenimento dipende dal
mantenimento nel tempo di due funzioni complementari e distinte:
- la funzione di barriera meccanica;
- la funzione di barriera chimica.
Lo studio dell’evoluzione nel tempo di queste proprietà costituisce
l’aspetto più rilevante delle attività di caratterizzazione e
qualificazione delle barriere di un deposito di rifiuti radioattivi
- Progettazione concettuale
dell’intero sistema di deposito, con inclusione del sistema di
immagazzinamento dei combustibili irraggiati e dei rifiuti
condizionati di III Categoria.
Obiettivo di questa azione è pervenire alla definizione, a livello di
progettazione concettuale, dell’intero sistema costituente il Deposito
Nazionale, incluso l’impianto di immagazzinamento dei combustibili
irraggiati e dei rifiuti di III Categoria. Questa definizione è
diretta anche alla verifica dell’impegno richiesto in termini di
superficie e quindi di sistemazione urbanistica del sito.
- Azioni dirette alla individuazione
di una metodologia per lo svolgimento di indagini di tipo geografico
dirette alla individuazione e valutazione preliminare di siti o aree
geografiche.
La Task Force ha avviato una vasta indagine geografica estesa a tutto
il territorio nazionale, diretta a individuare aree potenzialmente
idonee per la localizzazione di un deposito superficiale per rifiuti a
bassa attività. Questa attività è soprattutto basata sulla
realizzazione di un GIS (Sistema Informativo Geografico) che
permette l'analisi dei fattori e dei requisiti territoriali
(superficie topografica, idrogeologia, vie di comunicazione, reticolo
idrografico, distribuzione della popolazione, attività
socioeconomiche, idrogeologia regionale, uso del suolo, sismicità,
climatologia).
Il GIS ha prodotto una Carta Nazionale delle Aree Idonee la
quale, impiantata su supporto informatico, permette un elevato grado
di elaborazione ed anche un rapido ed agevole aggiustamento in caso di
modifica dei parametri di selezione.
Per la realizzazione del GIS, che costituisce un obiettivo di grande
rilevanza e mai usato in Italia per la ricerca di siti, sono state
attivate collaborazioni con qualificate strutture nazionali pubbliche
e private tra cui il Servizio Sismico Nazionale e il Servizio
Geologico Nazionale.
- Azioni dirette all’acquisizione e
sviluppo di una metodologia qualificata per le analisi di sicurezza e
di impatto ambientale (performance assessment) del sistema di
deposito.
Le valutazioni di idoneità dell’insieme sito-deposito vengono svolte
mediante l’applicazione di codici e modelli che permettono di
calcolare, sulla base di dati di input di tipo idrogeologico
geochimico ed ingegneristico, l’eventuale migrazione di radionuclidi
dal deposito alla biosfera e di determinare se l’impatto ambientale,
per una determinata configurazione di deposito, soddisfa i criteri di
sicurezza stabiliti dagli organismi di radioprotezione internazionali
(performance assessment di un deposito).
- Attività informative
Queste azioni sono dirette alla predisposizione di documenti
informativi per la diffusione delle informazioni sui rifiuti
radioattivi e sul deposito definitivo.
3 - Risultati del lavoro della Task Force
La Task Force così strutturata ha
lavorato fino al novembre 2001 e risultati principali furono:
-
In base alla quantità (non
certo grande) e alla tipologia di rifiuti radioattivi (in massima
parte di prima e seconda categoria) che l' Italia possiede, fu
prescelto quale soluzione più logica e idonea per lo smaltimento dei
rifiuti radioattivi di I e II cat. la costruzione di un sito
superficiale
-
I rifiuti di III Categoria italiani (includendo in essi
anche gli eventuali combustibili nucleari irraggiati non
inviati all'estero per il ritrattamento) sono in
quantitativi modesti, tali da non giustificare la costruzione di un
deposito in formazione geologica profonda. Per essi
viene previsto un immagazzinamento anche di lungo periodo
(30-50 anni) in strutture ingegneristiche adeguate. Queste
strutture possono essere localizzate nello stesso sito di
deposito definitivo dei rifiuti a bassa attività. Il
deposito definitivo è costituito da un sistema di strutture
ingegneristiche che assicurano un confinamento completo
della radioattività.
-
Selezione "per criteri di
esclusione" dei siti idonei ad ospitare depositi di superficie
(la lista comprendeva 214
siti idonei, da cui fu dedotta una lista ristretta non pubblicata. E'
comunque da tener presente che la località precisa per il sito
subsuperficiale non fu mai individuato). La Task Force Enea effettuò
una vasta indagine geografica estesa a tutto il territorio nazionale,
diretta a individuare aree potenzialmente idonee per la localizzazione
di un deposito superficiale per rifiuti a bassa attività. Questa
attività è stata soprattutto basata sulla realizzazione di un GIS
(Sistema Informativo Geografico) che permette l'analisi dei
fattori e dei requisiti territoriali (superficie topografica,
idrogeologia, vie di comunicazione, reticolo idrografico,
distribuzione della popolazione, attività socioeconomiche,
idrogeologia regionale, uso del suolo, sismicità, climatologia).
per capire
meglio cosa sono i "rifiuti radioattivi" e la loro classificazione
in categorie
per capire
meglio la distinzione la distinzione tra depositi superficiali, depositi
in cavità sotterranee, deposito in miniera, depositi in formazioni
geologiche profonde
Il
GIS (Sistema Informativo Geografico) realizzato dalla
Task Force Enea
per l' indagine geografica estesa a tutto il territorio nazionale,
diretta a individuare aree potenzialmente idonee per la localizzazione
di un deposito superficiale per rifiuti a bassa attività
viceversa
per informazioni sul GIS (Sistema Informativo Geografico) realizzato
dal
Grande Servizio Paese 3-
SITO (Attività al
Gennaio 2003)
4 -
Documentazione elaborata dalla Task Force
- DEPOSITO NAZIONALE PER RIFIUTI
RADIOATTIVI - Situazione e stato delle azioni al Dicembre 2000. Task
Force SITO, Febbraio 2001.
- INVENTARIO NAZIONALE DEI RIFIUTI
RADIOATTIVI - 2000. 3a Edizione, Febbraio 2001.
- Inventario Nazionale dei Rifiuti
Radioattivi: Data Base di gestione avanzata dei rifiuti di II
Categoria secondo la G.T.26, Febbraio 2001.
- STUDIO PROGETTUALE PER
L'INDIVIDUAZIONE DEL CRITERIO DI DEPOSITO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI A
BASSA ATTIVITÀ - Collaborazione TF SITO-ISMES, Febbraio 2001.
- MATERIALI E STRUTTURE PER LE BARRIERE
DI CONFINAMENTO DEL DEPOSITO DEFINITIVO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI A
BASSA ATTIVITA'. Collaborazione TF SITO-POLITECNICO DI
MILANO-ENEL.HYDRO-ENCO, Febbraio 2001.
- CARATTERIZZAZIONE RADIOLOGICA MEDIANTE
SPETTROMETRIA GAMMA "IN SITU" DEGLI IMPIANTI E LABORATORI ENEA -
RAPPORTO FINALE . Dicembre 2000
- RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITA':
ANALISI DI SICUREZZA DI SITI IDONEI AL LORO SMALTIMENTO IN UN DEPOSITO
SUPERFICIALE. P. Risoluti, G. Ventura, P. Ciabatti, G. Mingrone. RS
RIFIUTI SOLIDI, Volume XIV N.6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2000.
- Sistema Informativo Geografico per
l'individuazione di aree potenzialmente idonee alla localizzazione del
Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi a Bassa Attività - Attività
al Novembre 2000.
- ATTI DEL CONVEGNO su: "LA SISTEMAZIONE
DEFINITIVA DEI RIFIUTI RADIOATTIVI - BARRIERE ARTIFICIALI E INGEGNERIA
DEL SISTEMA IN UN DEPOSITO DEFINITIVO PER RIFIUTI A BASSA ATTIVITA",
Milano 11 Ottobre 2000.
- "LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
RADIOATTIVI - Policies e pratiche di gestione internazionali" - Task
Force SITO, Giugno 2000.
- "MATERIAL FOR THE ENGINEERED BARRIER
SYSTEM UNDER DEVELOPMENT FOR THE LLW REPOSITORY IN ITALY", P.
Risoluti, L. Coppola, M. Collepardi - "24th International Symposium on
the scientific basis for nuclear waste management" Sydney 27-31 Agosto
2000.
- CENTRO DI DEPOSITO DEFINITIVO DEI
RIFIUTI RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITA' - PROGETTO CONCETTUALE E DI
SISTEMA, Novembre 2000.
- Progetto Concettuale del sistema
nazionale di immagazzinamento dei rifiuti radioattivi ad alta
attività, Giugno 2000.
- "The site selection process under way
in Italy for the LLW repository and the HLW storage system". P.
Risoluti (ENEA), P. Ciabatti e A. Podda (Hydrocontrol), Conferenza
Internazionale sui Rifiuti Radioattivi, Nagoya, 27-30 Sett. 1999
- IMPIANTO PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI
RADIOATTIVI A BASSA ATTIVITÀ - FATTIBILITÀ STRUTTURALE E VALUTAZIONE
DI RESISTENZA A CARICO INTRUSIVO DI UNA UNITÀ INTERRATA.
Collaborazione TF SITO-Politecnico di Milano, Dicembre 1998.
- CONGLOMERATI CEMENTIZI DA IMPIEGARE
PER LE BARRIERE INGEGNERISTICHE DI UN IMPIANTO DI SUPERFICIE PER LO
SMALTIMENTO DI RIFIUTI RADIOATTIVI DI BASSA E MEDIA ATTIVITA'.
Collaborazione TF SITO-ENCO, 1998.
5 - Struttura organizzativa e successive
modifiche
L'iniziale struttura organizzativa era così composta:
Direzione Task Force
Responsabile: Dott. Piero Risoluti
Ingegneria del sito
Responsabile: Ing. Massimo Rossi
Materiali radioattivi e analisi di sicurezza
Responsabile ad interim: Dott. Piero Risoluti
Geografia del sito
Responsabile: Dott. Giancarlo Ventura
[1]
Nel 2002 la TaskForce ENEA fu denominata "Grande Servizio Paese 3 -
Sito" (GSP3 - SITO) e la direzione fu affidata a Gianpiero Santarossa.
Da allora le attività pratiche si sono ridotte, lavorando più sugli
aspetti normativi. Gianpiero Santarossa è stato direttore fino a circa
giugno 2003 (è andato in pensione) ed è stato sostituito dal Direttore
Generale ad interim. Da allora in pratica le attività si sono fermate.
Nello stesso 2003 tutta la materia "nucleare" è stata sfilata dall' ENEA
e dall' ENEL e affidata alla SOGIN di Carlo Jean, che nelle successive
decisioni adottate non ha per nulla tenuto conto delle conclusioni della
Task Force ENEA. [2]
la SOGIN -
il nucleare in Italia oggi
fonte: E.N.E.A. - sito web
attualmente non più online della TaskForce http://www.casaccia.enea.it/taskforce
[1]
SO.G.I.N. [2]
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