La sicurezza nucleare e la democrazia locale e
regionale
(risoluzione del Comitato delle Regioni n. 251 del 1998)
Il Comitato delle Regioni (CDR) è un' organo dell' Unione europea.
Istituito nel 1994 dal Trattato sull'Unione europea (Maastricht), è
organo consultivo composto dai rappresentanti degli enti locali e
regionali d'Europa.
I suoi membri sono rappresentanti eletti di enti locali e regionali
e coprono l'intera gamma delle attività volte a livello di governo
locale nell'Unione europea. Possono essere presidenti di regioni,
parlamentari regionali, assessori comunali, sindaci di grandi città,
ecc... Sono nominati su proposta degli Stati membri per quattro anni ma
esercitano le loro funzioni in piena indipendenza.
Consta, fino all'allargamento, di 222 membri. Il numero di
rappresentanti per ogni Stato membro riflette grosso modo la
popolazione.
Il suo ruolo è garantire che gli enti locali e regionali d'Europa
abbiano voce in capitolo nel processo decisionale dell'Unione europea e
che siano rispettate le identità e le prerogative regionali e locali.
A tal fine formula pareri sulle proposte della Commissione.
La Commissione e il Consiglio hanno l'obbligo di consultare il Comitato
delle Regioni ogni volta che vengono presentate nuove proposte in
settori di cui è competente il governo locale e regionale, come la
politica regionale, l'ambiente, l'istruzione e i trasporti..
Dal canto suo il Comitato può adottare pareri di sua iniziativa e
presentarli alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento.
(segue ora la Risoluzione del Comitato delle
Regioni "La sicurezza nucleare e la democrazia locale e regionale" n.
251 del 1998)
Il Comitato delle regioni,
VISTA la dichiarazione finale della Conferenza europea sulla sicurezza
nucleare e la democrazia locale e regionale organizzata a Göteborg il
24, 25 e 26 giugno 1997;
VISTE le decisioni del 10 dicembre 1997 e del 18 febbraio 1998
d'incaricare la Commissione 4 "Assetto territoriale, questioni urbane,
ambiente ed energia" dell'elaborazione di una risoluzione in merito alla
suddetta dichiarazione finale;
VISTO il progetto di risoluzione (CdR 423/97 riv. 2) adottato dalla
Commissione 4 il 12 dicembre 1997 (Relatore: SOULSBY),
ha adottato a maggioranza, il 14 maggio 1998, nel corso della 23a
sessione plenaria, la seguente risoluzione.
- Il Comitato, senza prendere posizione
a favore o contro l'energia nucleare, è convinto, sulla base di dati
oggettivi, che le radiazioni ambientali provocate dalle piogge
radioattive successive ad incidenti nucleari, che possono essere
causati a loro volta dalla produzione di energia nucleare, dagli
scarichi radioattivi provenienti dai depositi dei rifiuti nucleari e
infine dal trattamento e ritrattamento del combustibile nucleare,
causino gravi e giustificate preoccupazioni per la salute pubblica.
- Il Comitato approva il principio
precauzionale che dovrebbe guidare il processo decisionale in quanto
con esso si tiene conto delle esigenze delle future generazioni.
- Il Comitato appoggia i requisiti
previsti nella Dichiarazione di Rio relativi alla partecipazione
alle decisioni ambientali e all'informazione sull'ambiente, compresi i
materiali nocivi, che stabilisce quanto segue:
"Per risolvere nel modo migliore i problemi ambientali è necessaria
la partecipazione di tutti i cittadini interessati, al livello
pertinente. Sul piano nazionale, ogni individuo deve avere accesso
adeguato all'informazione sull'ambiente in possesso dei pubblici
poteri, compresa l'informazione sui materiali nocivi e sulle
attività svolte nelle loro comunità, nonché usufruire della
possibilità di partecipare al processo decisionale."
- Il Comitato considera urgente
rafforzare i processi democratici e partecipativi in sede di
progettazione e di gestione degli impianti nucleari in modo da
coinvolgere tutti i gruppi sociali interessati a livello locale,
regionale, nazionale e internazionale. A tal fine andrebbero
pienamente prese in considerazione le opinioni degli enti locali e
regionali. Per tale motivo è essenziale il rispetto dei seguenti
criteri:
A) Trasparenza
Tutte le informazioni
disponibili riguardo al sito, alla costruzione, al funzionamento e
allo smantellamento degli impianti nucleari dovrebbero essere
particolareggiate, accurate, affidabili e presentate pubblicamente dai
gestori e dalle autorità di regolamentazione agli enti locali e
regionali interessati, inclusi quelli dei paesi vicini, e a
quelli interessati dal trasporto di materiali radioattivi.
B) Partecipazione
La decisione relativa al
sito degli impianti nucleari ed alla gestione dei rifiuti nucleari da
parte dei responsabili dei depositi dovrebbe coinvolgere i cittadini
del luogo e tutti gli altri interessati. Spetta all'ente locale
o regionale decidere in ultima istanza se l'impianto debba o no essere
accettato. Questa decisione deve basarsi sulla migliore
informazione disponibile. Gli impianti di produzione di energia e di
gestione dei rifiuti devono essere sottoposti a una valutazione
d'impatto ambientale che, se correttamente utilizzata, offre la
possibilità di informare il pubblico, far aumentare la partecipazione
e considerare le alternative.
C) Sostegno finanziario
Gli enti coinvolti, in realtà o potenzialmente, dovrebbero ricevere un
sostegno finanziario dal governo centrale e/o dal gestore o dai
gestori dell'impianto nucleare che consenta loro di partecipare ai
processi decisionali relativi agli impianti nucleari (espressione con
cui nella presente risoluzione, si intendono anche siti per la
gestione e lo smaltimento dei rifiuti nucleari).
D) Valutazione economica
La scelta del sito e la costruzione di nuovi impianti dovrebbero
essere soggette ad una valutazione economica regionale e i piani di
costruzione preliminare dovrebbero essere sottoposti alle osservazioni
della pubblica opinione. Le centrali esistenti e future dovrebbero
essere analizzate sulla base di criteri economici e occupazionali che
prendano in considerazione l'esigenza di evitare un'eccessiva
dipendenza industriale e sociale dalla centrale stessa, rendendone
difficile la chiusura. Il pregiudizio economico, a livello locale e
regionale, provocato dalla chiusura degli impianti per la produzione
di elettricità a partire dall'energia nucleare ormai prossimi alla
fine del ciclo di vita utile, va evitato mediante l'installazione di
centrali per la produzione di energia termica o elettrica che
utilizzino fonti rinnovabili. Ciò consentirà di sfruttare le
conoscenze e l'esperienza del personale delle centrali termonucleari.
- Secondo il Comitato si dovrebbe
prendere in considerazione la creazione di centri di collegamento
locali ad ampia partecipazione, i quali raggrupperebbero i
rappresentanti degli enti locali e regionali, delle reti sociali, dei
gestori e dei responsabili della regolamentazione degli impianti
nucleari e di altri gruppi specifici interessati, ad esempio le
associazioni di cittadini, le ONG ambientali, i ricercatori del
settore medico, e che dovrebbero fornire una sede adeguata per la
partecipazione pubblica, se basati su uno statuto giuridico
indipendente. Il loro compito primario dovrebbe essere quello di
controllare le misure di sicurezza negli impianti nucleari,
raccogliere le informazioni pertinenti, informare l'opinione pubblica
delle questioni di sicurezza e partecipare alla programmazione di
piani d'emergenza.
- Tali comitati dovrebbero essere
responsabili nei confronti degli enti locali e regionali. Andrebbero
previste altre forme di partecipazione democratica, come referendum
locali, regionali o nazionali, per consentire ai cittadini di
esprimersi sui progetti relativi alle centrali nucleari esistenti e
future.
- A livello internazionale, il Comitato
riconosce che i diritti all'informazione e alla partecipazione
dovrebbero essere applicati e completati, in base alla proposta di
convenzione dell' ECE, da un ricorso amministrativo in appello poco
costoso e dalla possibilità di una revisione da parte di un organo
giudiziario superiore .
- Il Comitato ritiene che sia necessario
migliorare il coordinamento delle organizzazioni europee operanti nel
campo della sicurezza nucleare. Le procedure adottate dovrebbero
garantire, in maniera imparziale, l'efficace controllo e la sicurezza
degli impianti nucleari degli Stati membri del Consiglio d'Europa, in
modo pienamente indipendente dai produttori d'energia.
- Il Comitato ribadisce che nell'Unione
europea, la politica nucleare dovrebbe essere compatibile con i
principi della politica ambientale e sanitaria e assicurare la libertà
d'accesso all'informazione ambientale modificando l'attuale direttiva
che disciplina tale accesso, onde garantire che non ne siano esentati
gli impianti nucleari, che siano incluse le informazioni relative alla
salute ed alla sicurezza e siano ridotte le esclusioni .
- Il Comitato giudica essenziale la
cooperazione transfrontaliera tra i poteri nazionali e regionali e i
comitati locali di collegamento per proteggere le loro popolazioni
contro i rischi nucleari e i danni causati dalle emissioni nucleari e
per garantire che le popolazioni che vivono vicino ai confini abbiano
adeguato accesso alle informazioni; riconosce i problemi che
affrontano i paesi dell'Europa centrorientale per migliorare la
sicurezza di reattori obsoleti, considera che, mentre attualmente si
pone l'accento sui miglioramenti tecnologici e lo sviluppo di norme
legislative sulle attività nucleari, vi è anche un'impellente
necessità di sviluppare processi democratici di partecipazione per le
decisioni sulle future alternative energetiche.
- Il Comitato ritiene che molte
questioni relative alla considerazione delle proposte concernenti lo
smaltimento dei rifiuti radioattivi siano complesse e di non facile
comprensione per il grande pubblico; per tale motivo giudica
essenziale assicurare l'accesso dei cittadini a tutte le informazioni
pertinenti, coinvolgere gli enti locali e regionali e i cittadini
nel processo decisionale e cercare di ottenere la fiducia di questi
ultimi sulle disposizioni di principio che disciplinano la sicurezza
delle discariche e sui programmi di gestione dei rifiuti.
- Il Comitato prende atto del fatto che
i problemi di sicurezza futuri saranno collegati alla chiusura e allo
smantellamento degli impianti nucleari. Per quanto concerne gli enti
locali e regionali, questo problema determinerà rischi potenziali per
la sicurezza, perdita di posti di lavoro e di entrate fiscali con una
possibile recessione delle attività economiche locali. In tali
circostanze, il principio di trasparenza, l'accesso alle informazioni
e la partecipazione pubblica al processo decisionale risultano sempre
più importanti.
Bruxelles, 14 maggio 1998.
Il Presidente del Comitato delle regioni
Manfred DAMMEYER
ll Segretario
generale del Comitato delle regioni
Dietrich PAUSE
fonte: archivio Comitato delle Regioni
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