Zona NucleareIl sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari ,
la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi,
le situazioni ambigue di una vicenda attorno cui girano Miliardi di Euro

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Il sito unico nazionale per la raccolta delle scorie nucleari , la Sogin, i Personaggi, le Norme, il business dei rifiuti radioattivi  italiano

    The only national site for collection of nuclear wastes in Italy, Sogin, Personages, Rules, radioactive wastes business  english
    Le seul site national pour la récolte des déchets nucléaires en Italie, le Sogin, les Personnages, les Règles, le business des déchets radioactifs  francais
    イタリアにおける国の統合核廃棄物処分場、la Sogin(核施設管理株式会社)、重要人物、法規、放射性廃棄物ビジネス  japanese
    El único “sitio nacional” por la recolección de la basura nuclear en Italia, la SOGIN, los personajes, las normas, el negocio de los desechos radiactivos  espanol
    Einziges Atommüll-Endlager in Italien, die SOGIN, die Mitwirkenden, die Normen, der Business des radioaktiven Abfalls  deutsch

   ENGLISH REPORT
1. I.A.E.A. report of nuclear power development in Italy
2. What is SOGIN - Nuclear Plant Management?
3. What is ANPA (now called APAT)?
4. Decommissioning in Italy - National fact sheet
5. Status of decommissioning activities of Italian Nuclear Power Plants
6. More info about Scanzano Jonico (or Ionico) and nuclear waste repository
7. Italy to send nuclear waste abroad for disposal and UK to keep foreign nuclear waste


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Il parere che Carlo Rubbia ha esposto in Parlamento

 

In data 25 novembre 2003, il generale Carlo Jean (presidente Sogin) e Carlo Rubbia (premio nobel per la fisica e presidente dell’Enea ) sono stati ascoltati in Commissione Ambiente alla Camera dove sono stati ascoltati in merito al decreto-legge n.314/2003 che ha indicato in Scanzano Ionico il possibile sito unico nazionale.
Entrambi hanno esposto il loro parere.
Ecco in sintesi i loro interventi:




Prof. Carlo Jean (Presidente SOGIN)Il generale Carlo Jean ha affermato ancora che il sito geologico di Scanzano Jonico può senz’altro essere identificato come «la migliore soluzione sotto il profilo della sicurezza e della salvaguardia ambientale».
La decisione si basa «su uno studio condotto da un gruppo di lavoro Sogin con la partecipazione di esperti di altre istituzioni che ha esaminato varie opzioni di deposito».
Formulando quindi l’indicazione che è stata poi fatta propria dal governo sulla base di uno studio effettuato in passato (…e cioè nel lontano 1977) dall’Enea e dal Servizio geologico nazionale su incarico della Commissione Europea sulle formazioni saline profonde idonee ad ospitare rifiuti radioattivi.
Nel dossier presentato dal gen. Jean è indicato che il sito della cittadina lucana è caratterizzato dalla presenza di una formazione geologica «estremamente stabile costituita da un giacimento di salgemma dello spessore medio di 150-200 metri per una estensione di oltre 10 chilometri quadrati, protetto da uno strato di argilla dello spessore di oltre 700 metri». E proprio una formazione geologica analoga è stata quella prescelta - viene ricordato nella documentazione - per realizzare nel New Mexico (Stati Uniti) il deposito Wipp entrato in esercizio nel 1999. La soluzione tecnica di riferimento - dice ancora il dossier - «riduce a zero l’impatto radiologico sulla popolazione e sull’ambiente, superando nel senso della sicurezza anche i limiti di esposizione raccomandati in ambito internazionale e nazionale». (25/11/03)   [1]




carlo rubbiaIl premio nobel per la fisica e presidente dell’Enea Carlo Rubbia ha espresso «forti perplessità» sullo studio effettuato dalla Sogin che poi ha portato ad individuare a Scanzano il territorio ideale per la realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari.
Rubbia ha espresso il suo parere in Commissione ambiente alla Camera sottolineando che lo studio è stato effettuato in un tempo troppo breve, rispetto ad altri analoghi all’estero, e si è fondato solo su materiale bibliografico e non anche su indagini tecnico-sperimentali.
Rubbia sostiene inoltre che «non corrisponde alla realtà l’affermazione in base alla quale il sito di Scanzano sarebbe un caso unico», con caratteristiche praticamente identiche a quelle di un sito che dal 1999 è operativo negli Usa (il sito Wipp nel New Mexico).
Rubbia ha poi precisato che «la selezione di quest’area in Basilicata non è in alcun modo correlabile al lavoro svolto dalla task force dell’Enea per conto della protezione civile che aveva come scopo quello di individuare le aree idonee per ospitare un deposito superficiale (e non geologico!) per le scorie di seconda categoria (e non di terza categoria!)».
Rubbia afferma poi che «non presenta solide basi scientifiche e non rientra in alcuna logica gestionale consolidata» la considerazione dello studio secondo cui «il sito di Scanzano verrebbe utilizzato nell’immediato per lo smaltimento dei rifiuti di seconda categoria e, contemporaneamente, come laboratorio per indagini sitologiche più approfondite, anche mediante l’installazione di un laboratorio sotterraneo, per la verifica dell’idoneità ad ospitare anche la terza categoria ed i combustibili irraggiati».
Secondo Rubbia le esperienze di altri Paesi evidenziano che «le fasi di indagini» sui siti «devono necessariamente precedere qualsiasi messa a dimora di rifiuti radioattivi di qualsiasi categoria». Il presidente dell’Enea rimarca poi il fatto che se il sito di Scanzano non dovesse rivelarsi idoneo ad accogliere le scorie di terza categoria, ma solo quelle di seconda, «risulterebbe sproporzionato allo scopo». Rubbia boccia l’ipotesi, presente nel decreto originario, ma poi rientrata, di stoccare comunque in via provvisoria a Scanzano i rifiuti provenienti da altre località. Tale operazione «richiederebbe delle opere di protezione e tempi di realizzazione comunque confrontabili con quelli necessari per gli opportuni miglioramenti dei siti attuali».
Lo studioso accenna poi al problema dei numerosi trasporti «essi stessi fonte di notevole rischio e preoccupazioni». Da tutto ciò discende, secondo il fisico, «l’opportunità di portare a termine senza indugio e in maniera efficace i programmi in corso sui rispettivi siti finalizzati ad aumentare i livelli di sicurezza attuali».
(25/11/03)   [2]


Ma il fisico Carlo Rubbia già qualche tempo fa si era espresso sul problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi. Vengono qui sotto riportate le esatte parole di Carlo Rubbia:
«Si apre a questo punto grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati, vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest'ultimo stadio del ciclo nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei fondali marini. Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri nucleari. Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l'uomo attraverso la catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente.    [3]

 



per maggiori informazioni su una nuova tecnologia messa a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia che prevede una variante del sistema ADS (Accelerator Driven System) e che consentirà di “bruciare” le scorie radioattive, abbreviando l'emivita delle scorie


per alcune rapide considerazioni di importanti studiosi sul sito di Scanzano Ionico,  sul WIPP (New Mexico, USA) e sullo Yucca Mountain (Nevada, USA)




fonti:

http://www.gdmland.it/gnotizia.asp?ID_NOTIZIA=111043  [1]
http://www.gdmland.it/gnotizia.asp?ID_NOTIZIA=111063  [2]
http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=43930  [2]
http://www-news.uchicago.edu/fermi/Group19/enricofermi/eranucleare.htm  [3]
 

 



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  SCIENZA
1. Cosa è la radioattività? e i suoi effetti?
2. L' uomo, le radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche, le radiazioni ionizzanti
3. Le applicazioni della radioattività e delle radiazioni ionizzanti
4. Cosa sono le scorie nucleari?
5. Cosa sono i rifiuti radioattivi? (definizione, classificazione, origine)
6. La gestione dei rifiuti radioattivi

7. Documentazione scientifica in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Come si effettua rilevamento e la misurazione della radioattività? (cenni normativi, strumenti, unità di misura)
 

 
 
NORME
1. La scelta del sito per il deposito di rifiuti nucleari: dall' Enea alla Sogin
2. Scorie nucleari. Il Commissario e la Commissione
3. Il decreto-legge n. 314/03 e la legge di conversione n.368/03
4.
Accordi, norme e raccomandazioni internazionali che non sono state rispettate nella legge 368/03
5.
Risoluzione del Comitato delle Regioni (organo UE) n. 251 del 1998
6. Il Progetto europeo COMPAS
7. Riferimenti normativi in merito alla materia "rifiuti nucleari"
8. Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi

9. Le Direttive Europee che disciplinano l’ accesso del pubblico all’ informazione ambientale
10. Il diritto alle informazioni e ai processi decisionali e le sue basi normative
 
 
QUESTIONE
        SCORIE ITALIA
1. La commissione parlamentare d' inchiesta Scalia
2. La Task Force Enea
3. L' Inventario   Nazionale dei Rifiuti Radioattivi - ENEA 2000
4. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) della Task Force Enea
5. Il GIS (Sistema Informativo Geografico) del GSP3 - SITO
6. Carlo Jean, un Generale molto militare, poco nucleare...
7. I mille incarichi del prof. Paolo Togni - vice della Sogin e tanto altro...
8. La Sogin Spa e il nucleare in Italia
9. Le attività della Sogin
10. Il parere che Carlo Rubbia ha esposto in Parlamento
11.
Il parere degli esperti: J.K. Mitchell, B. De Vivo, P.Risoluti, T. Regge
12. Quali fattori per la scelta: scientifici? ...o forse politici?
13. Il referendum sul nucleare del 1987
14. Mappa degli attuali depositi di materiale radioattivo in Italia
15.
La situazione in Italia dei rifiuti radioattivi
16. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - relazione integrale
17. Studio Sogin per la localizzazione del sito a Scanzano Ionico - appendice finale
18. Workshop internazionale sul decommissioning degli impianti nucleari - Roma 2004
 
 
DOSSIER ITALIA
1. L' ecomafia dei rifiuti in Italia
2. Il traffico di materiale ferroso contaminato alle fonderie
3. Navi affondate e sospetti: i traffici di rifiuti pericolosi e radioattivi
4. La legge-delega sull'ambiente: effetti, personaggi, valutazioni
5. Il Ministro dell’Ambiente Matteoli: paralisi o no?

6. La costruzione del "sito unico": l'Impregilo e la B.N.L. in prima linea?
7. A Taranto una base USA per i sottomarini nucleari?
8. Il rischio attentati terroristici legati ai depositi di scorie radioattive
 
 
DOSSIER MONDO
1. La situazione in Europa dei rifiuti radioattivi
2. I depositi per lo smaltimento dei rifiuti nucleari nel mondo
3.
Il problema delle scorie radioattive in USA

4. Il problema delle scorie radioattive in Russia
5. L'impianto di Sellafield in Gran Bretagna per il trattamento di rifiuti nucleari
6.
Lo smantellamento degli arsenali nucleari, l' uranio altamente arricchito (HEU), il plutonio e il mox
7. Il costo per la conservazione e lo smaltimento definitivo del materiale radioattivo
 
 
PROGETTI
        SPERIMENTALI
        E ALTERNATIVI
1. Lo smaltimento sotto i fondali marini
2.
La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili e il "motore" di Rubbia

3. Il Sole come discarica per le scorie nucleari
4. L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
5. Il batterio che ripulisce dalla radioattività
 

 


 

   

last update January 2006     ::     online since 19 December 2003