Cosa sono le scorie nucleari?
Con il termine di scorie nucleari si intende indicare il
combustibile esausto originatosi all’ interno dei reattori nucleari
nel corso dell’esercizio.
Esse rappresentano un sottoinsieme dei rifiuti radioattivi, a loro
volta suddivisibili in base al livello di attività in tre categorie:
basso, intermedio ed alto.
per capire
meglio cosa sono i "rifiuti radioattivi" e la loro classificazione
in categorie
Esempio di rifiuti a basso livello sono
costituiti dagli indumenti usa e getta usati nelle centrali nucleari;
il 90% dei rifiuti radioattivi prodotti appartengono a questa
categoria, ma contengono solo il 1% della radioattività di provenienza
antropogenica. Rifiuti a livello intermedio sono costituiti ad esempio
dall’incamiciatura del combustibile, richiedono schermatura, e
costituiscono il 7% del volume dei rifiuti radioattivi prodotti nel
mondo (ma contengono solo il 4% della radioattività). Al contrario
le scorie ad alto
livello costituiscono solo il 3% del volume prodotto nelle attività
umane, ma contengono il 95% della radioattività. Tipico
esempio è costituito dal combustibile esausto delle centrali nucleari.
I 436 reattori nucleari presenti in 31 nazioni infatti producono
annualmente migliaia di tonnellate di scorie.
Un reattore del tipo PWR scarica
annualmente da 40 a 70 elementi di combustibile, un BWR da 120 a 200
(rispettivamente 461.4 e 183.3 Kg di uranio per assembly). Infatti
dopo 3 anni di permanenza all’interno del reattore il combustibile
passa alle piscine di raffreddamento; si sono formati in totale circa
350 nuclidi differenti, 200 dei quali radioattivi.
Si ha, in media, la seguente composizione:
- 94% uranio 238
- 1% uranio 235
- 1% plutonio
- 0.1% attinidi minori (Np, Am, Cm)
- 3÷4% prodotti di fissione
Si osservi che:
- la radiotossicità del combustibile esausto decresce nel tempo e
pareggia quella dell’uranio inizialmente caricato nel reattore solo
dopo 250.000 anni;
- il contributo maggiore
alla pericolosità delle scorie è dato dal plutonio: l’80%
dopo 300 anni, il 90 % dopo 500 anni;
- dopo il plutonio i maggiori contributori sono gli attinidi minori
(nettunio, americio e curio), che contribuiscono per un ordine di
grandezza meno del plutonio ma circa mille volte più dei prodotti di
fissione;
- gli attinidi rappresentano dunque il maggiore pericolo potenziale
delle scorie nucleari; tuttavia bisogna tener conto anche di alcuni
prodotti di fissione quali alcuni isotopi dello iodio, del tecnezio e
del cesio, data la loro maggiore mobilità nella biosfera e la loro
maggiore affinità biologica (vie di ritorno per l’uomo).
Dato che le scorie radioattive,
al contrario dei rifiuti convenzionali, decadono nel tempo, si osserva
che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli
attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000.
Per alleggerire il problema dello stoccaggio permanente delle scorie
dei reattori nucleari è necessario quindi:
- ridurre la formazione del plutonio;
- bruciare quello già prodotto.
A tale scopo sono state proposte varie soluzioni, fra le quali possono
essere citati l'ADS (Accelerator Driven System), i reattori veloci ed
ora anche i reattori HTR. Si noti che questo fenomeno è dovuto alla
formazione degli elementi transuranici, in generale assai più
radiotossici dell’uranio presente nelle miniere; si noti che le scorie
high-level pareggiano la radioattività dell’uranio dopo 10.000 anni.
per
maggiori informazioni su una nuova tecnologia messa a punto dal premio Nobel
Carlo Rubbia che prevede una variante del sistema ADS (Accelerator Driven
System) e che consentirà di “bruciare” le scorie radioattive, abbreviando l'emivita
delle scorie
Si noti che un impianto nucleare da 1000 MWe produce annualmente solo
25÷30 tonnellate di scorie ad alto livello vetrificate, pari ad un
volume di circa 3 m3. E’ stato calcolato che un uomo che
usasse solo energia di origine nucleare produrrebbe, nell’arco della
propria vita, un volume di scorie di questo tipo tale da poter essere
contenuto nel palmo di una mano. Del resto dai dati sopra esposti
si calcola facilmente che il consumo di 1 KWh per 100 anni produrrebbe
un volume di scorie vetrificate pari a 0.3 litri (meno di una lattina
da 33 cl!), o se si preferisce una sfera di diametro pari a 8.3 cm. Un
impianto da 1000 MWe, annualmente, ne produce 12 cilindri di altezza
1.3 e diametro 0.4 metri con 400 Kg di vetro.
fonte:
Tesi di laurea in ingegneria nucleare di Romanello Vincenzo - "Analisi di
alcune peculiari potenzialità degli HTR: la produzione di idrogeno ed
il bruciamento degli attinidi"
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