News sul problema "rifiuti radioattivi in Italia"
Prospettive per i futuri
sviluppi della questione "scorie nucleari" in Italia
(in base agli eventi aggiornati a Luglio 2005)
La legge n. 368 del 24
dicembre 2003 di conversione del decreto 314/03 (decreto "Scanzano") stabilisce che:
- I rifiuti nucleari di I e II
categoria saranno messi in sicurezza secondo quanto verrà
stabilito da un apposito decreto del Presidente del Consiglio
- Solo i rifiuti nucleari di III
categoria e il combustibile irraggiato devono venire sistemati in
un deposito nazionale in formazione geologica profonda
Nessun paese al mondo ha già realizzato e ha già in funzione un deposito in
formazioni geologiche profonde per rifiuti nucleari di III
categoria (cioè per i rifiuti nucleari con un' "attività radioattiva" a
vita lunga, detti perciò "rifiuti a alta attività").
Solo l’Italia vuol perseguire una direzione così economicamente e tecnicamente
impegnativa, e salta agli occhi
la sproporzione tra la decisione di realizzare un deposito geologico in
profondità per
rifiuti di III categoria e il modesto quantitativo esistente in Italia
di questi rifiuti che assommano a 8629 metri cubi di cui 6957
già condizionati e 1657 da condizionare. L’ingombro finale di questo
materiale (compreso il combustibile irraggiato), assomma a circa 20.000
metri cubi, cioè pari al volume di un palazzo di media grandezza.
(fonte: Inventario rifiuti ANPA 31.12.02)
E ancora: l’impegno di realizzare un deposito geologico di III
categoria richiede una enorme quantità di indagini e studi prima di
arrivare ad una conclusione: cosa non ancora avvenuta per nessun altro
Stato in Europa e nel Mondo che detiene quantitativi di rifiuti nucleari
superiori ai nostri.
Solo l’Italia ha fatto una scelta del genere e lo ha fatto soprattutto:
avendo una quantità così modesta di materiale di III
categoria tale da non giustificare l'investimento di una tale
stratosferica somma di
denaro pubblico per la costruzione di un deposito in formazione
geologica profonda
prima ancora di studiare seriamente il
problema e non tenendo conto dei lavori svolti dalla "Task Force" Enea
che ha escluso per l'Italia
l’ipotesi di un deposito geologico in profondità per i rifiuti di III
categoria
in assenza di un' autorità di sicurezza indipendente da organismi
politici e con l' accentramento di molte funzioni tecniche, scientifiche
e procedurali in una sola entità (Il Commissario straordinario Carlo
Jean) con potere di deroga rispetto al quadro normativo vigente
nazionale
affidando ad una società (Sogin) i compiti
di attuazione, informazione e realizzazione del deposito, e la stessa
società è intestataria di tutte le licenze ed autorizzazioni connesse
alla produzione e gestione dei rifiuti radioattivi in Italia
in contrasto col principio internazionele della trasparenza e della
messa a disposizione del pubblico delle informazioni tecniche,
scientifiche, dei criteri ingegneristici e di sicurezza adottati
per capire
meglio la distinzione la distinzione tra depositi superficiali, depositi
in cavità sotterranee, deposito in miniera, depositi in formazioni
geologiche profonde
gli accordi, le norme e le raccomandazioni
degli organismi internazionali che non sono state rispettate dal
punto di vista procedurale e scientifico
per capire
meglio cosa sono i "rifiuti radioattivi" e la loro classificazione
in categorie
cosa
sono le scorie nucleari?
E' bene ricordare
(per evitare fin da subito di non cadere in confusione)
infatti che:
-
il "Wipp" (il deposito di sale degli USA che spesso è stato paragonato
al sito di Scanzano Ionico) non potrà mai ospitare i rifiuti di
terza categoria, in quanto si è accorti che il sale non basta a
garantire la massima sicurezza
- lo "Yucca Mountain" (il nuovo deposito USA in fase di inizio lavori) è
stato scelto solo dopo 20 anni di studi e oltre due miliardi di dollari
spesi in ricerca. Ma
pur tuttavia restano ancora dubbi sull’affidabilità nel tempo di
questo immenso deposito che si trova in pieno deserto, in un
contesto geologico stabile, in zona con
clima secco, a oltre 40 km dal torrente più vicino, lontano da qualsiasi
strada, ferrovia e centro abitato
- la miniera di sale di Gorleben (in Germania)
dopo oltre 10 anni sono di studi ha evidenziato la non effettiva idoneità
del sale a rispondere ad alcuni requisiti ritenuti oggi
necessari per lo smaltimento dei rifiuti ad alta attività
(la Germania ha anche avuto altre due miniere di sale adibite allo
stoccaggio dei rifiuti radioattivi: Asse e Morsleben. Per entrambe sono
state attuate già da tempo le procedure per la chiusura del sito)
Inoltre è necessario e si auspica un
cambiamento di atteggiamento nel procedere da parte della Sogin.
Ed anche le tante esternazioni formali e informali
provenienti dalla Sogin (oltrechè da molti organi di stampa) relative ad
interventi da effettuare sulle scorie o alla scelta di un sito unico per
il loro stoccaggio, non hanno fatto altro che accrescere la tensione
generale tra la popolazione, particolarmente in alcune aree territoriali
del paese. Non
si vuol criticare un governo "a priori" in quanto di un certo
orientamento politico (centrodestra o centrosinistra non conta
quando si discute di aspetti scientifici), tuttavia aver messo
a capo della Sogin il generale Carlo Jean è stato un errore
perchè ha dato nuova energia a chi è contro il nucleare.
Non si mettono in discussioni le capacità e la validità del generale Carlo Jean, ma chi conosce e ha analizzato la nascita dei movimenti anti-nucleari sa
bene che le loro tesi si basano su alcuni punti fondamentali: il
collegamento del nucleare civile al mondo militare, la tendenza a
insabbiare eventuali errori o incidenti, la gestione autoritaria, la
segretezza, la non trasparenza.
Ebbene la Sogin ha operato in modo tale da avallare le tesi dell'
antinuclearismo. In realtà, in un paese come l' Italia (dove è stato
accantonato ormai il nucleare come fonte di energia), sarebbe stato più
valido e serio da parte della Sogin puntare sul far capire il problema
delle scorie nucleari ai cittadini, anziché creare una situazione
giustamente ingestibile sul piano della emotività. Le proteste della
Sardegna, della Toscana, del Lazio, della Puglia e della Basilicata sono frutto non
di "sciocco campanilismo regionale" (come hanno detto alcuni), ma delle
decisioni scelte con troppa fretta, poca responsabilità e scarse
giustificazioni scientifiche.
Sarebbe il caso che, almeno per una materia
così delicata, politici, politicanti e militari evitassero di esercitare
forti pressioni e lasciassero maggiore campo libero e tempo agli studiosi e agli
esperti per risolvere la questione.
12-11-2004 - A un anno dalla vicenda
Scanzano, non si profilano nuove ipotesi sulla località destinata a
ospitare tutti i rifiuti radioattivi oggi presenti sul territorio
nazionale. Anzi, non è stata nemmeno costituita la commissione di super
esperti che dovrebbe indicare entro il prossimo 10 gennaio 2005 la sede
del deposito nazionale di sostanze tossiche. Tonnellate e tonnellate di
scorie nucleari dunque sono destinate a restare ancora a lungo dove si
trovano, cioè sparpagliate per la penisola. A meno di una improvvisa
accelerazione dei tempi, infatti, è pressochè certo - secondo gli
addetti ai lavori - che il termine del 10 gennaio non verrà rispettato e
che la decisione finale finirà nelle mani della Presidenza del
Consiglio. La legge 368, che ha regolato il dopo Scanzano, infatti
prevede che, qualora non si raggiunga l' intesa entro il termine
fissato, sia attribuita alla presidenza del consiglio la scelta
definitiva del sito.
05-03-2005 - Il Consiglio dei Ministri ha
prorogato lo stato di emergenza relativo allo smaltimento di rifiuti
radioattivi dislocati nel nostro Paese fino al 31 dicembre 2005. Accanto
a questa decisione anche il rinnovo del mandato del commissario delegato
per l’emergenza Carlo Jean.
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