Scorie nucleari: allo studio
un nuovo decreto
26-02-2005 - "Dalle notizie che ci giungono dalla presidenza del
Consiglio si evince che il decreto di nomina della commissione tecnico
scientifica per trovare alternative al sito unico di Scanzano è in
fase di predisposizione". È quanto ha riferito martedì il
sottosegretario all’ Ambiente Roberto Tortoli intervenendo al question
time di fronte all' VIII commissione della Camera. Durante il suo
intervento inoltre il sottosegretario ha anche ricordato le trattative
in corso con gli Stati Uniti per l’ allontanamento dal territorio
nazionale delle 64 barre di uranio dell' Enea, raccolte presso
l’impianto di Rotondella, in provincia di Matera. “Sono stati avviati
i necessari contatti con il Dipartimento per l’energia del governo
degli Stati Uniti. Ma al momento non è possibile valutare i tempi e l’
esito finale delle trattative che si svolgono nell’ ambito dei
rapporti tra i due governi interessati”.
Il ritiro di questo materiale è stato al centro dell’ ultimo viaggio
negli Stati Uniti di Silvio Berlusconi.
Nei mesi scorsi erano stati avviati contatti proficui con il ministro
dell’ Energia Spencer Abraham, un filo da riprendere con il suo
successore Sam Bodman. Ma per far tornare via aereo o via mare il
materiale nell’ impianto di Savannah River occorrerà ovviamente
pagare: le barre sono arrivate in Italia in base a un contratto
stipulato nel lontano 1959 per un programma di ricerca sullo
sfruttamento economico del torio nella produzione nucleare. Materiale
importato nel nostro Paese in Basilicata dalla centrale di Elk River
per verificare la possibilità di separare, dal combustibile
irraggiato, l’uranio. Ma l’ attività dell’ impianto ha avuto vita
breve. Dopo una lunga sequenza di simulazioni, nel ’75 si cominciò a
fare sul serio, ma, dopo poco, gli Usa si ritirarono dal programma. L’
Italia finita la partnership decise di mettersi in proprio, non
restituì le scorie che aveva importato dal Minnesota, ma chiese (e
ottenne) di acquistarle.
Al centro del question time a Montecitorio sui rifiuti radioattivi
italiani, anche la vicenda delle compensazioni attribuite dal decreto
Scanzano ai comuni italiani che ospitano (e continueranno a ospitare)
impianti nucleari. “Le compensazioni – ha detto al Velino il
sottosegretario all’ Ambiente Roberto Tortoli - devono essere
determinate dal Cipe e dall’ Agenzia per la protezione ambientale.
I fondi, decurtati di un 70 per cento dall’ ultima finanziaria,
verranno distribuiti al 65 per cento tra le quattro centrali nucleari
di Caorso, Sessa Aurunca, Latina e Trino e per il 35 per cento saranno
destinati agli impianti del ciclo del combustibile (Saluggia,
Boscomarengo, Rotondella e Casaccia). Insomma, in questa distribuzione
prevarrà il criterio della maggiore pericolosità delle scorie”.
Ma è già l’ora delle polemiche circa la destinazione di questi fondi
che, secondo le indicazioni fornite oggi dal ministero dell’Ambiente,
non finiranno nelle casse dei comuni interessati, come era apparso in
un primo momento. “La suddivisione dell’ammontare delle somme – ha
detto Tortoli - dovrà riguardare per il 60 per cento il completamento
delle misure di messa in sicurezza e di smantellamento delle
istallazioni nucleari e per il 40 per cento la realizzazione e la
gestione di strutture adeguate nei siti dove ancora è presente del
combustibile nucleare irraggiato (la parte più pericolosa delle scorie
nostrane)”.
fonte:
notizia ANSA
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