Greenpeace blocca l' ultimo
treno di scorie radioattive diretto in Francia
14-02-2005 - E' stato fermato alla
stazione di Chivasso il treno di scorie radioattive destinate al
riprocessamento nell' impianto inglese di Sellafield che Greenpeace ha
bloccato questa mattina all' una. 30 attivisti, italiani ed
esteri, e il senatore dei Verdi, Sauro Turroni, hanno organizzato tre
blocchi lungo la ferrovia tra Vercelli e Chivasso (Torino) srotolando
striscioni con scritto ''No ai trasporti nucleari''. Al primo blocco,
si legge in una nota dell' associazione, alcuni attivisti si sono
incatenati a un furgone specialmente attrezzato fermo lungo i binari.
Il secondo è stato effettuato da attivisti sui binari con i fumogeni
e, infine, il terzo con cinque climbers che si sono appesi a un ponte
ferroviario a Brandizzo.
''I trasporti di materiale nucleare, afferma Roberto Ferrigno,
direttore campagne di Greenpeace, sono rischiosissimi sia per
l'ambiente che la salute umana. Il combustibile irraggiato delle
vecchie centrali atomiche italiane non deve essere esportato per il
riprocessamento, attività che produce una grave contaminazione
radioattiva. Il recupero di uranio e plutonio dal combustibile,
inoltre, alimenta gli arsenali nucleari. Questo deve essere l' ultimo
treno: l' Italia non può scaricare su altri il peso delle scelte
fallimentari fatte negli scorsi decenni''.
Per Greenpeace è irresponsabile
affermare la possibilità di un ritorno del nucleare in Italia, mentre
si rinvia e non si affronta il problema di che cosa fare delle scorie.
Il combustibile irraggiato italiano è destinato all' impianto di
riprocessamento di Sellafield, in funzione dal 1953. La radioattività
del mare d' Irlanda è altissima e questo ha provocato ripetute
proteste del governo irlandese che chiede la chiusura dell' impianto.
''A Sellafield arriva il combustibile irraggiato dall' Europa e dal
Giappone. Se oggi abbiamo bloccato il treno a Vercelli è perché non
vogliamo partecipare a questo scaricabarile in cui a rimetterci è la
popolazione inglese che vive in quell'a rea. Le scorie nucleari devono
essere gestite dal paese che le produce, che deve assumersene la
responsabilità'', conclude Ferrigno. Il trasporto di questa notte,
il tredicesimo, avrebbe dovuto essere l' ultimo, ma il decreto Marzano
del 2 dicembre 2004 ha rimesso tutto in discussione: le 235 tonnellate
di combustibile irraggiato ancora stoccate negli impianti nucleari di
Trino Vercellese, Saluggia e Caorso (cioè il 99% della radioattività
esistente presso gli impianti nucleari dismessi) potranno essere
esportate all' estero. Si tratta di organizzare 70-80 trasporti
eccezionali di combustibile radioattivo dall' Italia entro il 2007.
[1]
14-02-2005 - Il convoglio con le
scorie nucleari dal deposito Avogadro di Saluggia (Vercelli) è
ripartito dalla stazione di Chivasso alle 10,40, diretto in Francia,
da dove proseguirà poi per Sellafield, in Inghilterra, dove il
materiale sarà trattato.
Il convoglio, partito nella notte da Vercelli, si era poi fermato allo
scalo di Chivasso, per una manifestazione di esponenti di Greenpeace
al ponte ferroviario sul torrente Malone, all' altezza di Brandizzo,
nel torinese.
Disagi si sono verificati lungo la linea che collega Torino con
Milano. ''A causa della presenza dei manifestanti - ha informato
stamane Trenitalia - è stato necessario interrompere la circolazione
dall' 1,32 alle 6,04. attuando alcune soppressioni di servizi e
assicurando comunque il trasporto di numerosi viaggiatori con altri
treni''.
[2]
14-02-2005 - Sono sette gli esponenti di Greenpace denunciati dalla
Questura di Torino per il blocco del treno che trasportava scorie
nucleari da Saluggia in Inghilterra.
Sono accusati di interruzione di pubblico servizio e ostruzione di
strada ferrata. Si tratta di quattro uomini e tre donne. Tre si
sono imbragati con attrezzature alpinistiche al ponte ferroviario sul
torrente Malone, gli altri quattro avevano steso uno striscione sui
binari con la scritta: ''Stop nuclear wasted''.
In una nota, Roberto Della Seta,
presidente nazionale di Legambiente, ha sottolineato che si è trattato
di ''una protesta non violenta contro il sistema dei
trasporti di questi rifiuti radioattivi, che una volta giunti in
Inghilterra verranno sottoposti al riprocessamento, rilasciando
radioattività nell'ambiente, per estrapolare il plutonio e l'uranio
che verrà impiegato in altri usi incluso quello militare''.
''Per la maggioranza dei combustibili nucleari, - ha concluso Della
Seta - crediamo sia molto più vantaggioso, sia per quanto riguarda i
rischi, sia persino per quanto riguarda il costo, evitare il
ritrattamento e procedere allo stoccaggio a secco in
un idoneo deposito nazionale da individuarsi con criteri di massima
trasparenza''.
[3]
14-02-2005 - La Sogin ha rapidamente precisato che sono del tutto
infondate le dichiarazioni diffuse da alcune associazioni
ambientaliste secondo cui dal trattamento del combustibile irraggiato
deriverebbero materiali per applicazioni militari e inquinamento
radioattivo nell'area di Sellafield.
''Tutto il materiale derivante dal ritrattamento -afferma il Direttore
Tecnologie e Ambiente di SOGIN Angelo Papa- è sottoposto ad inventario
da parte dell'agenzia nucleare dell' ONU (IAEA, International Atomic
Energy Agency). Non esiste alcuna
possibilità che i materiali possano essere usati per scopi diversi
dalla produzione di energia. Quanto ai rischi di contaminazione
radiologica, l' impianto di Sellafield ha ricevuto recentemente il
rinnovo della licenza di esercizio dopo una accurata valutazione di
impatto ambientale da parte delle autorità britanniche''.
L'ultimo carico di combustibile nucleare, proveniente dal deposito
di Avogadro (Vercelli) è giunto alle 12.30 alla stazione di Modane (in
Francia), dove È stato preso in consegna dalle ferrovie francesi che
lo condurranno a Dunkerque e poi a Sellafield in Gran Bretagna.
La Sogin afferma poi che ''l' opposizione di Greenpeace'' a questo
nuovo trasporto di scorie ''ha destato perplessità e sconcerto negli
amministratori locali del Vercellese''. ''Non si comprende il motivo
che ha spinto ad ostacolare un' operazione lungamente attesa dalla
popolazione'', ha dichiarato il Presidente del Consiglio Provinciale
di Vercelli Fabrizio Finocchi. ''La popolazione del Vercellese è
totalmente favorevole all'allontanamento di tutto il combustibile
ancora presente presso gli impianti nucleari dimessi, così come
stabilisce il decreto firmato il 2 dicembre 2004 dal ministro Marzano.
Lo dimostra il fallimento del presidio organizzato da Legambiente e da
Greenpeace davanti alla stazione di Vercelli, che ha registrato solo
la presenza di una decina di militanti''.
Analoghe le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Trino Giovanni
Ravasenga: ''La popolazione di Trino si dissocia totalmente
dall'azione di Legambiente e Greenpeace; negli ultimi quindici anni il
combustibile nucleare irraggiato presente negli impianti si È
trasformato in un fattore di ritardo nello sviluppo del territorio:
deve essere eliminato al più presto''.
[4]
16-02-2005 - Il Movimento
Antinucleare Pacifista "No Scorie Trisaia", attivo nel materano, ha
espresso solidarietà e sostegno ai militanti di Greenpeace che hanno
tentato di bloccare nei giorni scorsi in Piemonte i treni carichi di
materiale radioattivo che dall' Italia trasportano combustibile
nucleare presso il centro di riprocessamento di Sellafield in
Inghilterra. Gli attivisti sono stati denunciati per interruzione di
pubblico servizio. ''Condividiamo la posizione di Greenpeace in merito
ai trasporti di materiale nucleare che sono rischiosissimi'', scrive
il movimento. Gli anti-nuclearisti lucani sono contrari al
riprocessamento in genere del combustibile irraggiato delle centrali
italiane sia per i rischi radioattivi che per quelli di sicurezza.
''Il materiale recuperato alimenterebbe nuove centrali in Italia o
esistenti all'estero - scrive il movimento - le scorie prodotte
aumentano in volume e pericolosità e serviranno ulteriori e più grandi
depositi per lo stoccaggio, complicando la vita alle future
generazioni. In Europa e nel mondo esistono molte "Scanzano" ed ogni
paese è responsabile dei rifiuti nucleari prodotti''. In Basilicata la
questione del nucleare e' fortemente avvertita dopo le battaglia del
novembre 2003 contro la realizzazione di un deposito nazionale a
Scanzano Jonico.
[5]
fonte:
notizia Adnkronos [1]
notizia ANSA [2]
notizia ANSA [3]
notizia ANSA [4]
notizia Adnkronos [5]
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