Rifiuti radioattivi all'
estero? Soluzione temporanea e limitata
18-12-2004 - Poichè non era possibile
trovare un sito in Italia si è deciso di risolvere la questione
"rifiuti radioattivi" trovando un sito all' estero temporaneamente
(si parla di 20 anni) e limitatamente (solo per il
"combustibile irraggiato" e non per il resto). Mettendo per ora a
tacere l' annosa questione dello stoccaggio delle scorie nucleari.
Via le scorie nucleari dall'Italia: presto
i rifiuti nucleari più pericolosi presenti sul territorio italiano
saranno trasferiti interamente all'estero. E' quanto prevede un
decreto emanato dal ministro delle attività produttive Antonio Marzano
(cosiddetto "Decreto Marzano" per il Riordino del settore
energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle
disposizioni vigenti in materia di energia). Lo rende noto
Giancarlo Bolognini, amministratore delegato della Sogin, la
società pubblica di gestione del nucleare. Il decreto è stato firmato
da Marzano il 2 dicembre scorso e ieri Carlo Jean, commissario
delegato dal governo alla sicurezza delle installazioni militari
(oltre che presidente della Sogin) ha firmato un' ordinanza che
dispone l' avvio immediato delle procedure per il trasporto all'
estero dei materiali radioattivi più pericolosi. Saranno trasportate all' estero, ha
spiegato Bolognini, sostanze che contengono il 99 per cento della
radioattività presente in tutta Italia. Si tratta di circa 250
tonnellate di combustibile irraggiato, composto da barre squadrate
di circa 4 metri di lunghezza, che attualmente è stoccato per la
maggior parte nelle centrali di Trino Vercellese e Saluggia in
Piemonte e in quella di Caorso, in Emilia Romagna. Il trasporto e
lo smaltimento all'estero, presumibilmente in Francia o Inghilterra,
dove esistono due impianti dedicati allo smaltimento di questo tipo di
sostanze, dovrebbe costare circa 300 milioni di euro. Ci vorranno
circa due anni per portare a termine l'operazione, tra gara d'appalto
internazionale, trasporto e deposito. Secondo Bolognini, non è
previsto che il materiale torni in Italia se non quando sarà stato
costruito il deposito unico nazionale.
Ma il deputato della Margherita (e presidente onorario di Legambiente)
Ermete Realacci afferma che l' idea di stoccare all'estero le scorie è
stata seccamente smentita dalla Sogin durante un'audizione in
commissione ambiente alla Camera di solo due giorni fa. "Il nucleare -
ha detto - è un tema su cui è essenziale la chiarezza, qui invece
sembra di essere di fronte all'ennesimo pasticcio italiano".
Nel 1999 l'allora ministro dell'industria Bersani mandò alle Camere un
documento con il quale fissava le strategie sulla materia, stabilendo
che il combustibile irraggiato non sarebbe stato più portato all'
estero per il ritrattamento, perché fra altro la procedura era troppo
costosa. Veniva invece disposta la conservazione delle sostanze
nucleari in contenitori di sicurezza, in attesa di poterli un giorno
collocare nel sito unico nazionale finora mai realizzato. Le linee del
documento Bersani divennero indirizzi operativi nel maggio del 2001:
da allora la Sogin ha presentato due progetti per la messa in
sicurezza dei rifiuti nucleari, ma i progetti, che avrebbero dovuto
essere realizzati a Trino e Caorso, non hanno ottenuto l' ok degli
enti locali. Infine, un anno fa, il progetto abortito di realizzare a
Scanzano Jonico il sito unico per le scorie ha finito per rilanciare
la possibilità di collocare all'estero i rifiuti radioattivi. Un
collocamento che però sarà probabilmente a tempo: venti anni, è l'
ipotesi più accreditata. Poi i rifiuti - ritrattati - torneranno in
Italia. Per quel giorno, l' Italia dovrà aver individuato uno
spazio per tenere i rifiuti in casa propria. Perché le scorie, per
smaltire del tutto la loro componente radioattiva, avranno bisogno di
240mila anni. [1]
19-12-2004 - Il primo carico di rifiuti nucleari scorie nucleari
potrebbe partire per l' estero alla fine del 2005. Bisognerà aspettare
la fine del 2007, invece, per il completamento dell' operazione
export, che dovrebbe durare circa tre anni da oggi. Il primo dedicato
in sostanza a pratiche e autorizzazioni, gli altri due al trasporto
vero e proprio. In tutto lasceranno l' Italia fra i 62 e gli 81
contenitori corazzati.
E' quanto emerge dalle valutazioni preliminari effettuate dalla Sogin
sul trasporto all' estero (presumibilmente in Francia o Inghilterra)
del combustibile irraggiato che si trova negli impianti nucleari di
Trino Vercellese e Saluggia (in Piemonte) e di Caorso (in Emilia
Romagna). La maggior parte del carico sarà trasportata in treno, anche
per ragioni di sicurezza. Una volta pubblicati in Gazzetta il decreto
Marzano e l' ordinanza del commissario Carlo Jean, ci vorranno sei
mesi solo per la gara internazionale; altri sei per le autorizzazioni.
Non appena il decreto sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale, la
Sogin avvierà le procedure per una gara internazionale per scegliere
il fornitore estero tra la francese Cogema e l' inglese Bnfl, che sono
i due soli fornitori europei. [2]
fonte:
http://www.lanuovasardegna.quotidianiespresso.it/giornalilocali
/nuovasardegna/detail.jsp?site=news&idCategory=2220&idContent=909461
[1]
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_910236.html
[2]
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