Cosa è la pechblenda?
La pechblenda è una varietà di
uraninite di composizione UO2, in aggregati e masse zonate,
di colore nero piceo. È importante per l'estrazione di uranio.
L' uraninite è un ossido di uranio
che cristallizza nel sistema cubico, in aggregati granulari (pechblenda)
e in rari cristalli cubici, ottaedrici o rombododecaedrici, di colore
nero o, se alterati, giallo, arancione, verde. Dura e fragile, è
fortemente radioattiva; le proprietà fisiche variano tuttavia con la
quantità di piombo derivante dal decadimento dell' uranio; il peso
specifico (7,5-9,7) varia con il contenuto di torio e lantanidi. È il
principale minerale industriale dell' uranio; importanti giacimenti in
Canada, USA, Rep. Dem. del Congo (ex Zaire), Rep. Sudafricana.
La pechblenda è nota perchè l’ uranio
fu trovato, sotto forma di ossido (U3O8), in un campione di pechblenda
e fu isolato per la prima volta nel 1841 da E. M. Pèligot. L’ uranio
naturale è presente in molte rocce, ma si trova in quantità più
elevate in minerali quali la pechblenda e la carnotite; i giacimenti
più ricchi sono negli Stati Uniti, nel Canada, nel Congo, in Russia e
nel Kazakistan. Ma le scoperte
più importanti vennero fatte da Pierre Curie (1859-1906) e da Marie
Curie (1867-1934): essi notarono che la pechblenda emetteva radiazioni
più intense dell' uranio allo stato puro. La pechblenda dunque emanava
i misteriosi ”raggi dell’uranio” in quantità molto maggiore di quanto
potesse essere giustificato dal suo contenuto di uranio: da ciò si
dedusse che nel minerale fosse presente un altro elemento molto più
attivo dell’ uranio stesso.
Alla fine di un lungo ed impegnativo lavoro, i Curie riuscirono ad
estrarre da alcune tonnellate di pechblenda pochi decigrammi di due
elementi altamente radioattivi, a cui essi stessi dettero il nome di
polonio, per onorare la Polonia, terra natale di Marya Sklodowska (Marie
Curie), e di radio, sostanza 400 volte più radioattiva dell'uranio. Fu
Marie Curie che riuscì a isolare un decigrammo di questo nuovo
elemento radioattivo detto appunto radio. Successivamente
dimostrò che tutti gli elementi con numero atomico maggiore di 83
(uranio, plutonio, ittinio, radio,..) emettono spontaneamente
radiazioni.
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