Lo smantellamento degli
arsenali nucleari, l' uranio altamente arricchito (HEU), il plutonio e il
mox
Durante la guerra fredda la strategia nucleare
era basata su una scommessa: la "razionalità" dell’avversario in un eventuale
grave crisi tra l’Unione Sovietica e l’America. In altre parole gli arsenali
nucleari erano talmente sproporzionati (nel 1986 il numero di testate
nucleari degli appartenenti al "Club atomico" era 69580) che il loro utilizzo
avrebbe significato la distruzione globale assicurata, ragione per cui si
assumeva che nessuna delle parti avrebbe mai risposto con le armi nucleari.
Per garantire la stabilità geopolitica, le maggiori potenze nucleari avevano
avviato la discussione che ha preceduto la definizione dei Trattati di Non
Proliferazione (NPT) e di Proibizione dei Test Nucleari (CTBT). Il NPT è stato
esteso indefinitamente nel 1995 ed è stato sottoscritto dalla quasi totalità
delle Nazioni e il CTBT è stato firmato nel 1996 da oltre 130 Paesi (ma non da
India e Pakistan). Il CTBT non è ancora operativo per l’assenza di ratifica da
parte anche di America e Russia.
Finita la guerra fredda e spostandosi il confronto a regioni geopolitiche
instabili e con arsenali (ufficiali e non) molto più ridotti, viene meno il
meccanismo di "deterrenza atomica" della Guerra Fredda. Pertanto la "bomba"
torna a poter essere usata come strumento di pressione o di ricatto o di "esternalizzazione"
degli interessi nazionali nel caso di Paesi, come l’India, che si sono trovati
isolati politicamente ed economicamente.
A tutt'oggi il programma avviato
da Francesi, Americani e Russi ha portato a questa situazione:
|
anno |
n° testate |
anno |
n°testate |
Francia |
1990 |
540 |
1997 |
450 |
America |
1966 |
32.000 |
1997 |
12.000 |
Russia |
1986 |
45.000 |
1997 |
23.000 |
Per le due principali potenze
nucleari, lo smantellamento è conseguenza dell'accordo bilaterale di disarmo
sulle testate nucleari strategiche denominato START I ed entrato in vigore nel
1994. [1]
- La
grande eredità della corsa agli armamenti: la grande quantità di
materiale fissile e il problema della sua destinazione
-
L' intervento del G8
nel mettere in sicurezza armi nucleari, armi chimiche e altre armi
utilizzabili a fini terroristici
B. L' intervento del G8
Il G8 vuole mettere in sicurezza armi
nucleari, armi chimiche e altre armi non solo pericolose di per sé e per
l’ambiente, ma che potrebbero anche costituire una tentazione per i terroristi.
A questo scopo stanzia un fondo di 20 miliardi di dollari in dieci anni. In caso
di successo il progetto potrebbe essere esteso ad altri partner.
Il piano d’azione, battezzato "Partenariato mondiale", è stato lanciato nel 2002
al vertice di Kananaskis, in Canada. Data l’estrema urgenza della questione, il
presidente francese Jacques Chirac ha posto la sua realizzazione tra le priorità
del vertice di Evian di quest’anno. La Russia ha infatti dichiarato 40.000
tonnellate di armi chimiche, la più grossa riserva mondiale. Le sue riserve di
plutonio militare sono ben superiori ai fabbisogni della sua forza offensiva.
Occorre agire su più fronti: neutralizzare le armi, distruggere i materiali
pericolosi, mettere in luogo sicuro quelli che non si possono neutralizzare
subito, assicurarsi che le persone addette alla sorveglianza non li vendano sul
mercato nero e infine impedire agli esperti di mettere le loro conoscenze,
dietro compenso, al servizio di potenze straniere o di gruppi mafiosi.
Bisogna persino impedire l’accesso ai materiali per radiologia, presenti per
esempio negli ospedali.
Gli Stati Uniti hanno offerto 10 miliardi di dollari. I loro partner europei e
giapponesi del G8 ne metteranno sul piatto quasi altrettanti. La Russia ha
annunciato 2 miliardi di dollari e la Francia una partecipazione di 750 milioni.
Ogni paese opera nei campi in cui è specializzato. La Francia, grazie al suo
procedimento MOX, può contribuire alla trasformazione del plutonio militare
russo in eccesso in combustibile per centrali nucleari, e prevede anche di
partecipare allo smantellamento dei sottomarini nucleari del Mar Bianco (a
nord-ovest del paese), abbandonati dai russi per mancanza di fondi per la loro
manutenzione. La Francia vorrebbe anche operare per la messa in sicurezza dei
ceppi batteriologici posseduti dalla Russia. Pur non appartenendo al G8, la
Norvegia, stato vicino direttamente interessato, contribuirà a mettere in
condizioni di sicurezza la flotta di sottomarini nucleari. [4]
|